[Ampliamo il racconto collettivo dei concerti degli Amici della Musica di Firenze anche con le memorie degli artisti che sono stati ospiti delle nostre stagioni concertistiche. Iniziamo con il ricordo di Andrea Lucchesini a proposito del suo primo concerto agli Amici della Musica di Firenze.]
Concerto del dicembre 1982 agli Amici della Musica di Firenze
Ricordo che era un sabato di dicembre del 1982, avevo 17 anni e mi ero diplomato da soli due mesi, ma già avevo iniziato a tenere concerti, soprattutto dopo la vittoria del Concorso di Treviso, che all’epoca offriva al vincitore molte opportunità di suonare nelle tante associazioni musicali del Triveneto.
L’invito degli Amici della Musica di Firenze giunse come una bellissima e prestigiosa opportunità di trovarmi per una volta dall’altra parte, dopo che per anni avevo frequentato i concerti da spettatore, sporgendomi dall’alto della galleria per cogliere i dettagli delle meravigliose interpretazioni dei tanti grandi artisti, prima tra tutti la straordinaria Maria Tipo, di cui avevo il privilegio di essere allievo.
Il concerto faceva parte di un piccolo ciclo fuori abbonamento e il mio nome non costituiva certo un richiamo, se non per la curiosità di ascoltare un giovanissimo pianista di cui si iniziava a parlare, ma credo che i presenti furono attratti soprattutto dal temibile programma: la Sonata op. 106 “Hammerklavier” di Beethoven e la Sonata in si minore di Liszt, ovvero una coppia formidabile di capolavori colmi di insidie esecutive e complesse questioni interpretative. Mi dedicavo a queste opere da qualche tempo sotto la guida di Maria Tipo, che aveva individuato nelle caratteristiche della mia personalità musicale qualcosa che avrebbe permesso di tentare la sfida. L’assoluta fiducia che riponevo in lei fin dall’infanzia mi aveva fatto accettare il confronto con questi colossi del repertorio pianistico, e così mi presentai alla Pergola con tutta l’incoscienza dei 17 anni, per suonare dinanzi ad un pubblico che aveva ascoltato quelle opere molte volte nelle interpretazioni dei grandi pianisti.
Fu una grandissima emozione: una volta attraversato il palco – come sempre ristretto dal fondale dipinto con la fuga di colonne drappeggiate – e raggiunto il magnifico pianoforte, sentii tutta la responsabilità di una prova molto importante per il mio futuro professionale. Non solo avrei condiviso quella musica meravigliosa con gli ascoltatori, ma stavo per sottopormi al puntuale giudizio della critica, dato che all’epoca ogni concerto veniva minuziosamente recensito sul quotidiano La Nazione.
Fu quello che accadde anche a me, e dopo tanti anni sono ancora profondamente grato a Leonardo Pinzauti di aver scritto il giorno successivo una delle più belle recensioni che io abbia mai ricevuto, nella quale elogiava non solo il mio coraggio (che gli era parso quasi temerario…), ma anche la preparazione e la lucidità della lettura.
Presto ebbi nuove occasioni per misurarmi col temibile palco del Teatro della Pergola, e negli anni ho preso coscienza con gratitudine dell’affettuosa stima degli Amici della Musica, che hanno accompagnato e sostenuto la mia crescita, accogliendo i progetti più impegnativi e sollecitando la mia fantasia all’ideazione di occasioni musicali anche inconsuete.
Andrea Lucchesini