Gli appuntamenti in streaming di sabato 13 e sabato 20 febbraio 2021 vedranno protagonista l’Orchestra Vincenzo Galilei della Scuola di Musica di Fiesole diretta da Edoardo Rosadini. In programma Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, che verranno trasmesse in due parti: La primavera e L’estate nel primo concerto, L’autunno e L’inverno nel secondo. I quattro Concerti vivaldiani vedranno impegnati nel ruolo solistico un violinista sempre diverso dell’orchestra.
Vi proponiamo l’intervista ad Angela Tempestini, violino solista de L’autunno.
Ci parli della tua formazione musicale?
Ho cominciato a suonare a quattro anni alla Scuola di Musica di Campi Bisenzio – che è la città dove sono nata e dove vivo – con Beatrice Bianchi. Poi, in seconda media mi sono iscritta alla Scuola di Musica di Fiesole, dove studio con Boriana Nakeva; nel frattempo, sto continuando a studiare anche con Beatrice Bianchi, che insegna al Liceo Musicale che frequento.
Quali sono le principali differenze che trovi fra suonare in solo, fare musica da camera (in quartetto o con pianoforte), e suonare come solista con orchestra?
Questa è una domanda molto complessa, per noi violinisti in particolare. Al contrario della maggior parte dei musicisti, che spesso viene indirizzata alla carriera solistica, a Fiesole siamo improntati verso un altro percorso, che è quello del suonare insieme. Fin da piccoli suoniamo insieme agli altri, sia facendo musica da camera sia in orchestra. Questa è, secondo me, la bellezza di studiare a Fiesole e dell’insegnamento di Piero Farulli.
Come è stato suonare da solista ne Le quattro stagioni? Come hai vissuto questa esperienza, l’interazione con il direttore e con l’orchestra?
Personalmente, suonare in orchestra è un’esperienza che mi riempie e mi completa, in particolare quando suono Le quattro stagioni di Vivaldi, che è un pezzo che sento molto caro, con cui sono cresciuta. Quando suono in orchestra, mi sento parte di un tutto, mi sento me stessa. La visione che la Scuola di Musica di Fiesole ci ha trasmesso è che il solista è solo una parte del pezzo e non potrebbe mai funzionare senza l’orchestra, e così viceversa. Le quattro stagioni è un pezzo per violino, orchestra d’archi e basso continuo, dove tutti sono parte di un insieme. Un’altra cosa bellissima di questa esperienza è che ognuno impara dagli altri: il solista ha una parte importante, ma deve fare gioco di squadra con gli orchestrali.
Durante il lockdown e la chiusura dei teatri hai partecipato ad altri concerti come questo? In generale, cosa ne pensi di queste iniziative?
Di registrazioni ne abbiamo fatte tante in questo periodo. La carica che si ha con una registrazione è sicuramente molto diversa rispetto a quella che si prova durante un’esecuzione dal vivo. Le registrazioni possono essere molteplici mentre il concerto è unico, davanti a un pubblico che partecipa a quel momento insieme a te. Una cosa per me molto dolorosa, nonostante ormai sia passato un anno da quando ho iniziato a fare concerti in streaming, è finire l’ultima nota di un concerto e rimanere nel silenzio, senza una risposta del pubblico. Questa cosa mi intristisce non solo quando suono io, ma anche quando vedo concerti online. È spiazzante.