Intervista ad Alessio Pianelli

Il violoncellista Alessio Pianelli suonerà a Fortissimissimo il 3 ottobre con Leonora Armellini. Nell’intervista che gli abbiamo fatto, ci ha raccontato dei primi passi nella musica attraverso il jazz, dei momenti critici della vita da musicista e delle sue altre passioni, come l’Inter.

Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?

Penso subito a mio padre, pianista jazz, che ogni sera si metteva al pianoforte a improvvisare e io lì ad ascoltare anche passivamente. Sono cresciuto con questo sottofondo che mi incuriosiva giorno dopo giorno.

Come mai hai iniziato a suonare uno strumento musicale?

Mi ricollego alla prima risposta perché, appunto, la curiosità cresceva giorno dopo giorno. E allora mio padre cominciò a farmi “giocare” con lui. Mi affidò l’ultima ottava della tastiera del pianoforte facendomi improvvisare. Da lì iniziai a studiare pianoforte per 5 anni e a 10 l’incontro con il violoncello.

Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?

Se sono bravo non lo so ancora. In realtà non so neanche cosa significhi essere bravo con la musica. Se faccio musica è perché ne ho bisogno, perché è la maniera più naturale che ho per esprimere ciò che penso e che sento.

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?

Sì. Tutte le volte che ho partecipato ai concorsi. Che vincessi o perdessi, ho sempre avvertito una sensazione di disagio. La competizione mette in crisi tutto quello che cerco nella musica e il dover dimostrare di far qualcosa meglio di qualcun altro è qualcosa che, credo, allontani dal senso artistico della musica. Si compone e si suona per comunicare, non per dimostrare. Se si organizzasse un concorso sul virtuosismo, dove si impongono ai candidati dei pezzi d’obbligo esclusivamente virtuosistici, sarei allora contento della loro esistenza. Ma i concorsi di oggi, per quanto cerco di autoconvincermi sulla loro potenzialità in quanto opportunità, mi mandano in crisi, e ogni volta che ne ho terminato uno, ho pensato di lasciare la musica. Poi per fortuna arriva il concerto, o una prova con colleghi, e passa tutto!

Ci raccontati come vi siete conosciuti con Leonora Armellini? Cosa ti piace del suo modo di suonare e come mai avete scelto di formare un duo?

Leonora l’ho sempre seguita sin da quando era bambina. Ha una padronanza di quello che fa impressionante e una maturità artistica ben aldilà di quella suggerita dalla sua età. La conoscenza e la scelta di formare un duo è idea e merito della nostra agenzia, che ringrazio di cuore!

Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?

Ogni volta che ricordo la mia esperienza al Piatigorsky Festival di Los Angeles, e in particolare l’incontro con l’immensa umanità di Yo-Yo Ma, mi vengono i brividi.

Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Mi piace giocare a calcio e sono un tifoso sfegatato dell’Inter (ognuno ha i suoi difetti). Amo viaggiare, scrivere, dipingere e fare jogging.

Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?

Jazz, blues, rock anni ’60 e tutta la musica tradizionale strumentale dall’India, Iran, Asia e Africa. Impazzisco per il suono dei cordofoni non occidentali.

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?

We were trees di Giovanni Sollima.

Qual è il libro che leggerai quest’estate?

In questo momento ho in valigia “Schumann e il suo tempo” di A. Edler e “Istruzioni per rendersi infelici” di P. Watzlawick.

Quali sono i tuoi programmi per l’estate 2017?

Darò una masterclass a Nocera Umbra, poi dal 30 luglio all’8 agosto sarò a Ronchamp, in Francia per il festival Musique aux 4 Horizons dove oltre a suonare tantissima musica da camera per archi eseguirò in prima mondiale con la contrabbassista Lorraine Campet il mio nuovo brano per violoncello e contrabbasso commissionatomi dal festival. A fine agosto la prima edizione di un festival e masterclass organizzato da me e dagli Amici della musica di Trapani con l’Avos Piano Quartet e Thomas Demenga e a settembre 4 concerti per lo ZeitRäume Festival di Basilea.