Il Delian Quartett è attivo dal 2007. Nel corso del tempo, alcuni membri del gruppo sono cambiati: potreste dirci come si è sviluppata la relazione tra tutti voi nel corso degli anni?
Andreas Moscho: L’impegno, in termini di tempo ed energie, che il lavoro di un quartetto d’archi professionale richiede è davvero molto e influenza, ovviamente, anche il lato privato della vita. Ogniqualvolta un membro ha dovuto lasciare il gruppo, ci è molto dispiaciuto però lo abbiamo capito e gli abbiamo offerto la massima solidarietà e sostegno. Nel corso del tempo, però, il nostro Delian Quartett non solo è stato in grado di preservare la sua identità e la sua personalità musicale distintiva, ma anche di svilupparla ed espanderla ulteriormente. Abbiamo sempre visto il cambiamento come un’opportunità di arricchimento e ciò è stato confermato anche dalla meravigliosa risposta da parte del pubblico.
Il concerto che farete a Firenze è un omaggio a J.S. Bach, con un programma che presenta lavori di Poulenc, Honegger, Casella, Rota e dello stesso Bach. Ci raccontate come lo avete composto?
Adrian Pinzaru: Quando avevamo iniziato a progettare il programma avevamo da poco pubblicato la registrazione integrale de L’Arte della Fuga e, ovviamente, ci tenevamo a eseguirne una parte nei nostri concerti. Ci piaceva però alternare i contrappunti bachiani a opere di altri compositori con stili assolutamente contrastanti che avessero però un forte legame con il grande compositore tedesco. Ne parlammo con Benedetto Lupo e lui, dopo un lavoro di approfondimento, ci fece questa proposta che trovammo subito affascinante: affiancare alle Fughe di Bach lavori del ‘900 creati partendo dal crittogramma “BACH”. Quindi, durante il concerto, ai contrappunti bachiani verranno contrapposti opere per pianoforte solo – come in un ulteriore contrappunto – che rappresentano riflessioni e riletture dell’arte di Bach. L’utilizzo, appunto, del crittogramma ci ha spinti a intavolare questo programma che è sia un omaggio che una speculazione.
Con voi sul palco salirà il pianista Benedetto Lupo. Come vi siete conosciuti e cosa vi ha spinti a collaborare?
Adrian Pinzaru: La collaborazione del mio quartetto con Benedetto nasce all’interno dell’Accademia di Pinerolo dove sia io che Benedetto siamo docenti. Dal confronto tra noi e con Giorgio Pugliaro, direttore artistico dell’Unione Musicale di Torino, è nata questa idea di creare un’avventura artistica attorno al nome di Bach. Personalmente considero Benedetto un musicista che ha superato i confini dello strumento, un vero e proprio artista. Sento che il pianoforte per lui è uno strumento che usa per dar voce alle proprie idee musicali. Sono sempre stato molto colpito dall’energia che sprigiona quando suona.
Per dieci anni, fino alla sua morte nel 2019, avete collaborato con l’attore Bruno Ganz per diversi progetti. Volete condividere con noi qualche ricordo di questo grande artista?
Andreas Moscho: Lavorare con Bruno Ganz è una delle cose di cui siamo immensamente grati nelle nostre vite. I nostri dieci anni con lui sono volati via. Quando all’improvviso sono finiti, avevamo ancora molti progetti insieme… Suonare per Bruno Ganz un’ultima volta al suo funerale a Zurigo è stato emotivamente molto difficile. Come artista, e come persona, era ammirevole. Se ci venisse detto che il tempo passatogli accanto abbia, in qualche modo, plasmato il carattere del nostro quartetto ci sentiremmo assai onorati. Sebbene sia un grande onore per noi apparire accanto a uno dei più grandi attori del nostro tempo, i piccoli momenti personali con lui lungo la strada restano i più preziosi per noi. Questi dovrebbero rimanere nostri. Ci manca molto.
Volete raccontarci qualcosa dei vostri progetti futuri?
Andreas Moscho e Adrian Pinzaru: L’incantevole Orient, del nostro Delian Quartett, è l’ultimo progetto di concerti e letture che abbiamo creato e ideato insieme a Bruno Ganz, esaminando circa 2.500 pagine di letteratura e trascorrendo mesi a scambiarci idee. È forse il più bel progetto di musica e lettura del nostro ensemble. Purtroppo, Bruno Ganz non ha fatto in tempo a essere sul palco insieme a noi. In suo ricordo, lo stiamo interpretando con vari grandi attori, tra cui Ulrich Noethen, Ulrich Tukur e Tobias Moretti.
L’anno scorso, il compositore Aribert Reimann ha scritto e dedicato il suo arrangiamento di Frauenliebe und leben op. 42 di Schumann al soprano Claudia Barainsky e al nostro Delian Quartett. Grazie a un lavoro di ricerca, abbiamo progettato abilmente un programma attorno a questa nuova opera, che sarà presentato in diversi luoghi il prossimo autunno.
Inoltre, insieme al compositore Stefano Pierini, abbiamo creato un ciclo di opere di Kurt Weill, dalle canzoni tedesche alla chanson noir francese, fino ai vari successi di Broadway, adattati per soprano e quartetto d’archi “allargato”, dove suoniamo anche il pianoforte e le percussioni. In questo progetto collaboriamo con la grande attrice tedesca Angela Winkler e con il soprano Measha Brueggergosman.
Non ultimo, Insight. Questo spettacolare progetto sarà reso possibile dalla collaborazione del nostro quartetto con Marc Molinos, uno dei videoartisti più in voga del momento e Professore di matematica al Politecnico di Torino. Si tratta di un evento multimediale di circa un’ora, che renderà strutturalmente visibile la musica complessa e toccante de L’Arte della Fuga di Bach.
E, ovviamente, ci saranno molte serate sofisticate di puro quartetto. Vi aspettiamo, dunque!
Per informazioni sul concerto del Delian Quartett con Benedetto Lupo dell’8 marzo 2020, cliccare qui.