In occasione del concerto in streaming di sabato 13 marzo 2021 ripubblichiamo parte dell’intervista esclusiva che avevamo fatto al Trio di Parma nel marzo 2019.
Suonate insieme fin da giovanissimi, dal 1990. Qual è il segreto di questo sodalizio così profondo?
Enrico Bronzi. Molto spesso l’unità di visione di chi sceglie un percorso cameristico condiviso sfocia in un intorpidimento del senso critico in favore di una vocazione “identitaria”. Forse la nostra forza sta nel quasi paradossale contrasto tra condivisione profonda dei valori di base del fare musica insieme e le marcate differenze di carattere individuale che ci contraddistinguono.
Vi dedicate intensamente all’insegnamento nei Conservatori di Parma (per la musica da camera), di Novara e al Mozarteum di Salisburgo (per gli strumenti individuali). Quali sono i consigli più importanti che date alle giovani formazioni cameristiche?
Ivan Rabaglia. Ormai da qualche anno affianchiamo, alla nostra attività stabile in Conservatorio, un Master di alta formazione in musica da camera al Conservatorio di Parma. Questo ci permette di aiutare concretamente gli allievi che stanno iniziando una carriera in ambito cameristico. È difficile dire cosa consigliamo ai ragazzi perché i fattori in campo sono vari e molteplici: le nostre tre diverse personalità in rapporto con le singole personalità degli allievi pongono l’accento su problematiche che possono cambiare continuamente. La lettura corretta del testo e l’analisi del percorso formale e armonico prendono corpo gradualmente in una interpretazione sempre più consapevole e personale, mentre diverse soluzioni strumentali possono aiutare nelle situazioni acustiche più disparate, nei concerti dal vivo o nelle registrazioni. In sostanza direi che è un “work in progress” e i successi dei nostri allievi in concorsi internazionali, in premi o borse di studio ci attestano che il nostro lavoro in qualche modo funziona.
[Ph. © Francesco Fratto]