Quattro domande a Marielle Labèque

Vuole raccontarci il programma che eseguirete il 20 gennaio con sua sorella Katia e i percussionisti Simone Rubino e Andrea Bindi?

La Sonata per due pianoforti e percussioni di Bartók è un capolavoro, è un pezzo che abbiamo suonato molte volte e siamo quindi felici di suonare con loro perché è la prima volta che la facciamo insieme. E questo lo considero un qualcosa in più, come dire, un’occasione speciale per fare musica con giovani musicisti. Sono fantastici… sono davvero contenta di fare questa tournée e questo progetto con loro. Questa Sonata è un capolavoro, per me è al pari della Sagra della Primavera di Stravinsky! Bartók è un autore molto difficile, è il primo pezzo che abbiamo suonato in recital con mia sorella, eravamo giovanissime…!

Con Katia abbiamo sempre fatto musica contemporanea. Ci piace tanto e abbiamo lavorato con Louis Andriessen, con Luciano Berio…

In Italia Bartók lo abbiamo suonato con Jean-Pierre Drouet e Sylvio Gualda, due percussionisti incredibili. Erano più anziani di noi, ora non suonano più e questo è un po’ triste.

A Firenze eseguiremo anche le Danze Ungheresi di Brahms. Non c’è bisogno di parlare delle Danses di Brahms… è bene fare musica dello stesso paese, comunque… – Bartók, Brahms – e per questa ragione li abbiamo messi insieme.

A Vienna faremo insieme anche un brano molto interessante di Bryce Dessner che si intitola El Chan. Fra l’altro, Dessner ha scritto per noi un nuovo concerto, difficilissimo, che eseguiremo per la prima volta a Londra in aprile1. A Los Angeles abbiamo fatto la prima del concerto di Philip Glass, con Gustavo Dudamel e con la Los Angeles Philharmonic Orchestra dove era in programma anche un brano di Bryce Dessner che mi è piaciuto tanto. L’ho sentito ogni sera, ogni sera ero in sala per ascoltarlo. Dopo siamo diventati amici e gli abbiamo chiesto di scrivere un concerto per noi. Ecco, lo ha fatto e ora lo dobbiamo studiare, è molto difficile.

Anche El Chan è molto difficile. E penso che anche loro faranno un pezzo per percussioni. È bello fare qualcosa di diverso, di moderno.

La seconda domanda riguarda la Fondazione KML che avete creato, che è fortemente impegnata nell’educazione dei giovani e dei bambini. Vuole parlarcene?

Sì, lo facciamo sempre, l’abbiamo fatto anche alla Scuola di Musica di Fiesole. Il giorno dopo il concerto facevamo incontri con i musicisti. Lo abbiamo fatto a Berlino, a Vienna. Porta via tempo ed energie ma penso sia molto, molto importante. Aiutare l’educazione è veramente molto importante per i giovani oggi. Per esempio, due anni fa abbiamo fatto Le carnaval des animaux molte volte, con proiezioni dei disegni dei bambini sul palco… ha funzionato benissimo.

La Fondazione l’abbiamo fatta anche per aiutare giovani musicisti, compositori e videoartisti perché oggi è molto importante fare cose con l’immagine. Oggi tutti i giovani sentono il bisogno di un rapporto con la dimensione visiva. Sono tutti al computer ed è molto difficile fare una cosa solo per la musica. Oggi è davvero molto importante un approccio con l’immagine.

E dobbiamo trovare il modo, per i bambini, di fare cose interessanti: loro hanno tanti stimoli che possono vedere sullo schermo del computer, i film, tutta la musica pop e rock. Fanno cose pazzesche.

Stravinsky diceva questo: per i giovani è molto importante partecipare, fare gesti… non essere là solo per ascoltare, ma anche per partecipare. È per questa ragione che abbiamo cominciato con i disegni e con le immagini. Perché così fanno una cosa, vanno al concerto. È stato bello perché sullo schermo riconoscevano i loro disegni. È stato bello, molto bello. Lo abbiamo fatto a Vienna, lo abbiamo fatto a Berlino, tantissime volte. Anche a Firenze, due anni fa, con una giovane attrice che ci ha aiutato per parlare con i bambini, anche con la proiezione di immagini sullo schermo. È stato fantastico, era pieno di bambini. E questo lo facciamo senza soldi. Quando eravamo a Firenze lo abbiamo fatto a Fiesole. Quando abbiamo suonato a Milano abbiamo fatto un progetto di tre giorni, investendo molto tempo. Non è così facile per noi perché abbiamo molti impegni, tanti concerti con programmi differenti e pezzi nuovi da imparare. Ma siamo molto contente di farlo.

Avete vissuto a Firenze per un periodo, avete un legame forte con la città e con gli Amici della Musica. Volevo chiederle un ricordo di Firenze, o una sua impressione …

Firenze mi piace tanto, questa città è così bella! Avevamo una casa in piazza Santo Spirito che era bellissima, con il giardino. Era troppo difficile da tenere, avremmo potuto comprarla ma aveva una storia troppo complicata. Il proprietario è morto a New York, dopo se ne è occupata sua moglie ma poi anche lei è morta e c’è stata un’altra persona che se ne occupava ma è diventato tutto complicatissimo e non siamo potute rimanere a Firenze.

Eravamo molto amici di Luciano Berio, poi lui è partito per Roma. Eravamo senza casa, non abbiamo trovato un’altra sistemazione a Firenze e siamo andate a Roma. Ma penso che i più bei ricordi siano a Firenze, anche perché la città era più piccola. Roma è così grande, e questo la rende anche un po’ caotica, difficile da vivere. E comunque, viaggiando, abbiamo solo pochi giorni di vacanza…

Più avanti saremo a Roma ma dopo dobbiamo partire per l’America, facciamo un giro con la Concertgebouw Orchestra, che è un’orchestra fantastica, ad Amsterdam, poi suoneremo a Madrid, Lisbona, Parigi, Lussemburgo, e tutto questo è non-stop.

Tornando a Firenze, è la città più piacevole, un piccolo bijoux, una cosa molto speciale. Solo Firenze è così, non è una grande città e mi piace tanto. Abbiamo un caro amico che si chiama Beppe che aveva la trattoria di fronte alla nostra casa, la trattoria Borgo Antico. Era incredibile, lo chiamavo e lui mi portava la pasta, le insalate e ogni altra cosa.

Abbiamo fatto tante colazioni con amici, perché anche mio marito, Semyon Bychkov, il direttore d’orchestra, ha lavorato per un bel po’ a Firenze. Abbiamo fatto delle feste incredibili a casa. Beppe faceva tutto, portava cibo per dodici o quattordici persone. Stavamo fuori nel piccolo giardino ed era bellissimo. C’erano dei fiori, credo fossero Myosotis (”non ti scordar di me”), era pieno di questi fiori violetti.

Poi abbiamo lasciato la città e la casa. Nel palazzo abitavamo al piano terreno e al primo piano, che aveva una terrazza. Vicino alla casa c’era tutto, c’era il mercato e poi Borgo Antico, i negozi. Era più facile vivere a Firenze che a Roma. Roma è una città enorme, come Parigi, ed è bellissima, a parte l’idea di andarci solo per vacanza. Ma il tempo è bello e a mia sorella, che ha sempre freddo, piace molto il clima di Roma.

Avete progetti futuri di cui vorrebbe raccontarci?

Abbiamo tantissimi progetti. Prima di tutto il concerto di Bryce Dessner di cui abbiamo la musica, ma non l’abbiamo ancora studiato e credo che sarà difficile. Spero che saremo pronte nel mese di aprile per la prima. Inoltre stiamo preparando una nuova registrazione con l’etichetta Deutsche Grammophon. Loro curano la produzione e la distribuzione dei nostri dischi e questa è una bella novità per noi. Abbiamo cominciato quasi due anni fa e ora vogliamo fare un altro disco dedicato al minimalismo anche con musica di Moondog, altri pezzi di Philip Glass… e altri compositori come Bryce Dessner che sono della scuola di Philip Glass e rappresentano la nuova musica minimalista di oggi.

Abbiamo anche un progetto sulla musica basca: abbiamo già fatto il disco ma non abbiamo ancora finito, manca ancora un po’ di lavoro. Sarà tutto un progetto con musica basca, all’inizio con musica barocca, di questa epoca che nessuno conosce, con pezzi per piano solo, musica basca tradizionale, con cantanti dei paesi baschi e con Carlos Mena, che ha una voce fantastica e parla il basco. Carlos Mena è fratello di Juanjo Mena, che è un direttore d’orchestra molto famoso. Sono due fratelli e la voce di controtenore è incredibile. Facciamo questo progetto perché ci piace mescolare le voci: da una parte una veramente classica, che fa musica barocca, dall’altra voci della strada, popolari, voci naturali dei paesi baschi. Questo progetto è bello perché iniziamo con musiche barocche basche e finiamo con … È tutto un percorso!

Abbiamo un altro progetto di cui stiamo parlando con una cantante che ci piace molto, Barbara Hannigan. Stiamo lavorando a questo progetto fra tante cose…

Abbiamo anche in programma un weekend alla Philarmonie di Berlino, che sarà molto divertente…!

Con Katia abbiamo sempre vissuto così, con rinnovi del repertorio, senza suonare gli stessi pezzi per anni. Per questa ragione siamo ancora insieme, dopo tanti anni, e abbiamo ancora piacere di fare musica con progetti nuovi, nuovi musicisti, come è il caso ora per Bartók. Abbiamo imparato che, per noi, vivere esperienze nuove è molto importante.

Per informazioni sul concerto del 20 gennaio 2018, cliccare qui.

1London (United Kingdom). Bryce Dessner Concerto for Two Pianos (world premiere) / John Storgårds conductor / London Philharmonic Orchestra / when: April 13 2018, 19:30 / where: Royal Festival Hall