§ Le pillole di Domitilla | Yo-Yo Ma e il violoncello di Jacqueline du Pré

Nell’aprile 1986 Yo-Yo Ma si fermò a Firenze per una settimana prima del suo concerto per la nostra stagione e tenne una masterclass per gli Amici della Musica. Aveva con sé un violoncello davvero speciale, che amava particolarmente: quello che gli aveva lasciato Jacqueline du Pré. Yo-Yo Ma diceva sempre che non era merito suo se suonava così bene, ma che era merito del violoncello e di Jacqueline du Pré che l’aveva suonato tanto a lungo.

La sua masterclass a Palazzo Budini Gattai era strapiena di studenti e ogni giorno io passavo da lì all’ora di pranzo per prenderlo e andare a mangiare un boccone insieme. Ogni volta, prima di uscire, lui diceva agli studenti: “Bene, ragazzi. Io vado a pranzo ma vi lascio il violoncello così potete provarlo”. Quando assistetti per la prima volta a questa scena, rimasi di stucco, e gli dissi: “Sei veramente unico! Non ho mai visto un musicista dare il proprio strumento a un allievo!”. E lui lo lasciava agli studenti della masterclass.

Ogni volta che rientravamo dalla pausa pranzo – che di solito durava circa un’ora e mezzo – trovavamo sempre due allievi sul palco: uno che suonava e uno che stava in piedi, di guardia, per assicurarsi che non succedesse niente al violoncello.

Alla fine della settimana, il sabato (26 aprile 1986) Yo-Yo Ma fece un concerto per gli Amici della Musica. E mi sembra che subito dopo andò a suonare da un’altra parte, forse a Perugia. La domenica sera, invece, suonava da noi Sviatoslav Richter. Allora Yo-Yo Ma mi chiamò da Perugia e mi disse: “Domitilla, non ho mai sentito dal vivo Richter. Sto tornando a Firenze: ti prego, puoi tenermi un biglietto?”. E ricordo che Yo-Yo Ma arrivò a Firenze, venne alla Pergola e si sedette in un palco per ascoltare Richter. Era in uno stato di estasi. Dopo il concerto andò a salutarlo in camerino. Ricordo che per me fu veramente commovente assistere all’incontro di questi due grandissimi musicisti.

Domitilla Baldeschi

 

[ph © Gabe Palacio]