Intervista a Gianluca Bergamasco

Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?

Il primo ricordo che mi viene in mente è quello di quando ascoltavo la musica dei cartoni animati in tv. Ricordo molto bene la sensazione di rimanere completamente rapito e affascinato dalle colonne sonore, ma non solo, anche dai rumori, da certe intonazioni delle voci dei personaggi, e che tuttora rammento.

Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?

Mi ha spinto soprattutto la curiosità di poter ricreare i suoni e le musiche che ascoltavo.

Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?

Ho sempre avuto molta difficoltà quando ero piccolo a capire se sarebbe stata la scelta giusta per me, poiché suonare uno strumento richiedeva molta costanza e dedizione nello studio, e di conseguenza anche molti sacrifici. Poi ho iniziato a frequentare il liceo linguistico nella città dove sono cresciuto, ma sentivo di essere nel posto sbagliato, e che la musica invece stava diventando per me non più solo una valvola di sfogo e di divertimento, ma anche una vera e propria passione, così l’anno seguente ho deciso di spostarmi a Venezia, dove mi sono iscritto al liceo musicale, e dove ho incontrato tantissimi ragazzi che condividevano come me l’amore per la musica, e molti insegnanti che mi hanno ispirato ancora di più. Così in quel periodo ho capito che la musica mi avrebbe sempre accompagnato nella vita, e mi sono ripromesso che un giorno sarebbe diventata la mia professione.

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?

Sì, ci sono stati dei momenti simili, quando ero piccolo, che avrei preferito cambiare tutto, forse perché non ero ancora pronto a capire quale fosse la mia vera ambizione, e quindi lo studio del pianoforte era più simile ad una privazione della mia libertà, come uscire a giocare con gli amici, che come una vera passione a cui dedicare tutto me stesso.

Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?

Ho avuto la fortuna di vivere molti momenti emozionanti grazie alla musica: durante i concerti in pubblico, o nel privato mentre studio, e tutti gli artisti e le persone che ho avuto il piacere di incontrare durante la mia crescita. Probabilmente il più emozionante è stato partecipare al Premio Venezia, che è il concorso più importante e personalmente il più ambito che io abbia mai affrontato finora. Ho sempre desiderato parteciparvi, poiché l’ho sempre seguito molto nel corso delle varie edizioni, grazie soprattutto al mio insegnante che organizzava con la sua classe di pianoforte delle uscite, per andare ad assistere alle fasi del concorso. Per questo motivo parteciparvi è stata un’esperienza ancora più intensa, dove mi sono gustato ogni singolo istante, tenendo a mente anche che non avrei più potuto riviverla una seconda volta. Vincere la quarantesima edizione è stata una gioia ancora più grande, che non saprei nemmeno descrivere a parole, tanto che mi è parsa quasi surreale.

C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legato? Vuoi dirci qual è e come mai?

A dire il vero questa è una domanda che non so mai come rispondere, poiché non ho un solo brano in particolare che mi affascina, o a cui io sia legato più di ogni altro. Posso cominciare col dire che ho due lati della mia sensibilità che mi fanno prediligere due periodi musicali molto diversi tra loro, ovvero il barocco e il romanticismo. Entrambi hanno elementi che mi hanno sempre attirato e coinvolto, soprattutto mentre suono. Per quanto riguarda il barocco, il compositore che prediligo di più e sicuramente J.S. Bach, e uno dei suoi brani a cui sono più legato e affezionato è l’aria iniziale del Capriccio sopra la lontananza del fratello dilettissimo (BWV 992). Invece per quanto riguarda il romanticismo, trovare un solo compositore è per me molto più difficile, e ancor di più un singolo brano: tra i miei preferiti rimarranno sempre la Barcarola op. 60 di F. Chopin e Gesänge der Frühe op. 133 di R. Schumann, solo per citarne alcuni. Ci tenevo ad aggiungere un quarto brano, stavolta del periodo classico, che ho sempre amato fin da piccolo, che è il primo movimento della Quinta Sinfonia di Beethoven (anche lui tra i miei compositori preferiti).

Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Oltre alla musica, nel tempo libero spesso leggo, disegno oppure gioco ai videogiochi. Da qualche anno faccio anche attività fisica.

Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?

Raramente ascolto altri generi oltre alla musica classica, infatti conosco molto poco della musica pop, ma le mie cantanti preferite sono Adele e Billie Eilish.

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?

Uno dei dischi che consiglierei di ascoltare, e che rimane tra i miei preferiti, è quello di Arthur Rubinstein che suona il Concerto n. 2 e la Rapsodia su un tema di Paganini di Rachmaninov, insieme alla Chicago Symphony Orchestra, diretta da Fritz Reiner.

Qual è il libro che stai leggendo quest’estate?  

Quest’estate sto finendo la saga di Harry Potter, sto leggendo l’ultimo volume.