Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?
Ruggiero Fiorella: Quando all’asilo studiavamo i nomi delle note associati ai colori, e ancora adesso penso alle armonie con quei colori (viola, rosso, marrone, giallo, verde, blu, nero dal do al si).
Damiano Isola: Quando ero in pancia di mia madre ci fu un episodio singolare: lei andò a un concerto di un batterista solista e mi ha raccontato che nel mezzo del concerto io iniziai a calciare a tempo, per un lungo lasso di tempo.
Martino Tazzari: Sono nato in una famiglia di musicisti, pertanto tutti i miei primi ricordi di vita sono legati alla musica. Forse il mio primo ricordo consapevole è quando sono andato al Teatro Comunale di Firenze per l’opera Turandot.
Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?
Ruggiero: Quando ero all’asilo una delle materie principali era la musica; quindi, mi sono approcciato per la prima volta al mondo del pianoforte grazie a una tastierina.
Damiano: Ho avuto la fortuna di nascere e crescere in una famiglia di musicisti, che sin dalla tenera età di due anni mi hanno iscritto a corsi propedeutici di teoria musicale e mi portavano continuamente a provare nuovi strumenti.
Martino: È sempre stata presente una fortissima curiosità e attrazione per il mondo della musica. L’amore per il violoncello si è sviluppato in un secondo momento.
Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?
Ruggiero: Quando ho vinto il terzo premio ad un piccolo concorso all’età di 7 anni, da quel momento ho capito che questa passione non sarebbe rimasta solamente un hobby.
Damiano: Nel 2017, quando all’età di 14 anni ho passato l’audizione per il triennio universitario al Conservatorio. Ero l’unico così giovane, e provai subito un senso di appartenenza alla cosa.
Martino: Non so ancora se sono bravo, ma il forte desiderio di ricerca mi porta ad andare sempre avanti.
Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?
Ruggiero: Mai, neanche per un attimo.
Damiano: Ho cambiato più volte idee riguardo alla mia carriera da violinista, ma di abbandonare non mi è mai passato per la testa, per fortuna.
Martino: Purtroppo è successo più di una volta. I momenti di scarsa fiducia in sé stessi fanno parte delle prove da affrontare sotto il profilo psicologico di questo mestiere. Attualmente non vorrei fare altro nella vita che il musicista e i dubbi oramai sono svaniti.
Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?
Ruggiero: Quando sono stato ammesso al Mozarteum di Salisburgo per pianoforte solista.
Damiano: All’età di 13 anni, nel 2016, sono andato con l’orchestra della Scuola di Musica di Fiesole a Vienna, a suonare alla Sala D’oro, una delle sale più belle che abbia mai visto e con un’acustica straordinaria.
Martino: Sono molti i ricordi più emozionanti della mia carriera musicale. La maggior parte sono legati ai concerti in Trio.
Ci raccontate come vi siete conosciuti con gli altri musicisti del Trio? Cosa vi piace del loro modo di suonare e come mai avete deciso di formare il vostro gruppo?
Ruggiero: Ci siamo conosciuti grazie al professore di armonia che io e Damiano avevamo in comune. Nella classe della Professoressa De Santis abbiamo poi incontrato Martino. Di Damiano apprezzo la concretezza e la non aggressività del suono, mentre di Martino la cantabilità della frase ed il vibrato.
Damiano: Io e Ruggiero siamo stati messi in contatto dal nostro insegnante di armonia, il Maestro Molinari, dato che cercavamo entrambi membri per un gruppo di musica da camera. Successivamente chiamai Martino, che era del mio Liceo all’epoca, il Liceo Classico Galileo. Iniziammo subito il corso nella classe di Daniela De Santis, unendo le nostre abilità personali, con la tecnica spaventosa di Ruggiero, la fantasia interpretativa di Martino e la mia sensibilità del suono.
Martino: Ho conosciuto i ragazzi del Trio in Conservatorio. Abbiamo iniziato a suonare insieme un po’ per caso, ma in poco tempo abbiamo sviluppato una grande sinergia che ancora oggi cerchiamo di mantenere e accrescere. Di Damiano apprezzo moltissimo il suo estro musicale e la sua poliedricità, non smette un attimo di meravigliarmi con il suo talento. Mentre di Ruggiero la sua grande saggezza e controllo. È di ispirazione la sua radicata integrità che sviluppa in ambito musicale, e non solo. Mi diverto moltissimo con loro e adesso per me sono due fratelli.
C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legato? Vuoi dirci qual è e come mai?
Ruggiero: Ci sono due brani a cui sono più affezionato: la quarta Ballata di Chopin e il Trio elegiaque n. 2 di Rachmaninov. Il primo, per quanto riguarda il percorso da solista, mi ha aiutato a comprendere meglio la gamma di colori creabili con lo strumento. Il secondo, anche se non l’abbiamo mai suonato (ancora), è collegato ai primi periodi in cui facevamo viaggi insieme e lo ascoltavamo, ci sono un paio di temi veramente struggenti.
Damiano: Fratres di Arvo Pärt. Me lo fece scoprire Ruggiero e lo suonammo subito. È un brano completo e coerente, ricco di variazione e sensibilità.
Martino: La Sonata per arpeggione di Schubert. Ricordo ancora vividamente mio padre che la studiava quando ero piccolo.
Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?
Ruggiero: Principalmente mi interessa molto la composizione, ambito che approfondirò sicuramente in futuro. Comprendere la struttura di quello che si sta suonando aumenta anche la qualità dell’esecuzione. Nel mio tempo libero mi piace giocare a scacchi e qualche anno fa mi sono interessato anche all’Informatica, ma dopo la fine delle superiori non ho realmente continuato.
Damiano: Da autodidatta suono altri strumenti come il basso elettrico, sono un DJ di musica elettronica Drum’n’bass, ho il mio studio di registrazione privato grazie al quale posso comporre per diletto le mie canzoni, inoltre sono appassionato di Calisthenics e adoro inventare le mie ricette ai fornelli.
Martino: Fino a oggi ho praticato attività sportive di vario genere, ma c’è una disciplina che ho sempre prediletto ed è il Wushu. Un’altra mia passione è sicuramente quella del disegno; se non avessi intrapreso questa strada magari avrei fatto il fumettista.
Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?
Ruggiero: No, mai. Sono un musicista classico purista.
Damiano: Ascolto un po’ di tutto, in particolare mi interessa molto l’Hip Hop, la musica elettronica e generi strumentali come il LoFi. Adoro le jam sessions, ad esempio con lo stile di FKJ, un’artista francese.
Martino: Certamente, amo ascoltare la musica, ma non ho un genere in particolare.
C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?
Ruggiero: Gli Studi Trascendentali di Liszt suonati da Daniil Trifonov.
Damiano: Nel luglio 2022 è uscito il mio primo disco, Distensione Sinaptica, sotto il nome d’arte Demjz, di genere Hip Hop LoFi, tutto suonato da me, con la collaborazione di molti miei amici cantanti.
Martino: Consiglierei troppi dischi ma ce n’è uno in particolare a cui sono molto legato perché me l’ha regalato un mio carissimo amico: i quartetti nn. 12 e 14 di Antonín Dvořák eseguiti dal Cleveland Quartet.
Qual è il libro che leggerai quest’estate?
Ruggiero: Non ho ancora delle idee, ma probabilmente uno di Kafka, dato che sono affascinato dalle atmosfere misteriose.
Damiano: Delitto e Castigo di Dostoevskij.
Martino: Sotto consiglio di una mia carissima amica, inizio ora a leggere L’idiota della famiglia di Jean-Paul Sartre.