Il Quartetto Lyskamm è formato da Cecilia Ziano (violino), Clara Franziska Schötensack (violino), Francesca Piccioni (viola) e Giorgio Casati (violoncello). Il Quartetto inizia la sua storia al Conservatorio di Milano, ma è a Berlino che raggiunge la sua formazione attuale. In vista del loro concerto a Fortissimissimo il 9 ottobre, iniziamo conoscerli con questa intervista quadrupla.
Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?
Cecilia: I primissimi ricordi sono i dischi che i miei ascoltavano in casa, non mi ricordo esattamente cosa, ma la musica era già qualcosa che catturava la mia attenzione.
Clara Franziska: La voce della mia mamma, cantante lirica.
Francesca: Ho un chiaro ricordo dei miei genitori che mi cantano delle canzoni, credo fossero canzoni degli alpini, che mi infondevano una profonda nostalgia, se di nostalgia si può parlare a 2/3 anni.
Giorgio: Cantavo a mia mamma il racconto delle mie giornate di asilo accompagnadomi con una pianola/organetto.
Come mai hai iniziato a suonare uno strumento musicale?
Cecilia: Ho inziato perché nella mia famiglia la musica è un valore. Pur non essendo nessuno dei miei musicisti, tutte e due i miei nonni suonavano, mia mamma ha studiato il pianoforte e mio papà suona le percussioni in banda da vent’anni. Nessun professionista, ma una grandissima passione. Per questo, anche tutti i miei fratelli hanno studiato uno strumento da bambini.
Clara Franziska: Ho iniziato quando ero davvero piccola, avevo 3 anni. I ricordi sono sfocati ovviamente ma pare che fossi stata affascinata dal suono del violino fin dalla prima volta che lo sentii e mia madre colse subito la palla al balzo. Fortuna volle che ad Assisi, cittadina pur famosa ma molto piccola e lontana, ci fosse un’insegnante americana che utilizzava il metodo Suzuki, studiato specificamente per i bambini molto piccoli.
Francesca: Mi comprarono una piccola pianola elettrica e mi insegnarono a suonare qualche melodia semplice su quei tastini piccoli. Poi mi insegnarono a suonare la chitarra. Poi all’inizio della prima elementare, cominciarono a portarmi tutte le settimane alla Scuola di Musica di Fiesole (la mia famiglia abitava a Grosseto) per seguire lezioni di coro e violino.
Giorgio: Il vicino di casa con il quale giocavo sempre aveva iniziato a studiare musica; ho iniziato a suonare per aver qualcosa da fare nelle ore che lui passava al pianoforte.
Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?
Cecilia: In realtà la consapevolezza di volerlo fare di lavoro,per me, è arrivata verso i 15 anni, prima non c’era nessun bisogno di consapevolizzarlo. Mi piaceva più di qualunque altra cosa stessi facendo, e quindi lo studio e la voglia di fare meglio era naturale. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che hanno lasciato che questa decisione fosse mia. “Fai quello che senti, ma fallo bene “. E così è stato per tutti noi.
Clara Franziska: Ho sempre saputo che non avrei mai smesso perché la musica è sempre stata importante, ma allo stesso tempo l’ho sempre vissuta con grande leggerezza. Negli anni delle scuole medie e poi del liceo ho gradualmente cansapevolizzato che sarebbe anche diventato il mio lavoro.
Francesca: Quando si suona uno strumento non ci bastano mai le nostre capacità. Si vorrebbe sempre saper fare di più e meglio oppure meglio in determinate situazioni. Insomma è un continuo cercare di evolversi e trovare le strade giuste per farlo. Per quanto riguarda la consapevolezza che da grande avrei fatto la musicista, direi che fin da piccola avevo l’impressione che sarebbe diventato anche il mio mestiere, nonostante avessi anche altre passioni che non ho avuto il tempo di portare avanti.
Giorgio: Intorno ai 13 anni, grazie alle parole di incoraggiamento di chi mi stava intorno.
Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?
Cecilia: Sì certo, ancora tutt’ora!!!! Come in tutti i mestieri, più vai avanti più grossi sono i problemi e le responsabilità e a volte è semplicemente sconfortante. La passione è la cosa che importa di più, insieme alle persone che credono fortemente in te e nel progetto che hai costruito.
Clara Franziska: No, anche se mi è sempre dispiaciuto non avere tempo ed energie per approfondire altre cose che trovo altrettanto interessanti e frequentare altri ambienti. Il rischio del mondo musicale è di diventare claustrofobico e autoreferenziale, perdendo contatto con la realtà.
Francesca: Ci sono stati alcuni momenti in cui non volevo più suonare, sì. Mi trovavo circondata da tante altre possibilità molto interessanti, che mi sarebbe piaciuto approfondire. Mi è sempre piaciuto studiare materie scientifiche e in particolar modo legate allo studio dell’universo, ma se mi fossi iscritta ad astronomia all’università non avrei avuto tempo per suonare. Ci sono stati anche alcuni momenti in cui il semplice stimolo di studiare lo strumento non era abbastanza accattivante, soprattutto in età adolescenziale. Ma c’è sempre stato, alla fine, un sentimento di appartenenza al mondo musicale che mi ha impedito di allontanarmene.
Giorgio: A causa della musica, mi sono mancate le opportunità di poter fare studi scientifici e di poter praticare lo sport con continuità. Almeno per quanto riguarda lo sport, ho cercato di metterci una pezza.
Ci raccontate come vi siete conosciuti con gli altri musicisti del quartetto? Cosa ti piace del modo di suonare degli altri e come mai avete scelto di lavorare insieme?
Cecilia: Berlino è stata la città che mi ha unito al quartetto nel 2014. Per una serie di coincidenze, siamo stati tutti a studiare lì, in periodi leggermente diversi. Quando io stavo finendo il mio percorso di studi all’Hanns Eisler, loro stavano cercando un primo violino. Così da una mail, ci siamo trovati a fare la prima prova. Non so come capita in altri gruppi, ma se c’è la giusta alchimia musicale, è abbastanza immediato il feeling, io, poi, sono piuttosto impulsiva, se non avessi avuto questa sensazione, forse non ci saremmo scelti, e viceversa. Penso che il quartetto sia un’entità particolare,unica ed in continua evoluzione. I motivi per i quali ti piace e continui a condividere un progetto così grande con altre tre persone, per me, varia da periodo a periodo, e aldilà della grande stima come musicista che devi avere nei confronti dei tuoi colleghi, i rapporti umani non sono sempre facili, si vive tanto insieme e si condividono cose molto profonde. È un esercizio di umiltà e pazienza. È bello, però, guardarsi poi alle spalle e vedere quanto si è migliorati!
Clara Franziska: Conoscevo Giorgio di vista in Conservatorio, con i suoi riccioli e la custodia bianca del violoncello. Non ci eravamo mai frequentati in quegli anni e ci siamo conosciuti una volta diplomati. Ci è voluta la parola di Roberto Tarenzi, comune maestro di quartetto che conosceva la nostra passione per il repertorio per questa formazione a spingerci a fare un tentativo. Poco dopo siamo finiti a Berlino a studiare con il quartetto Artemis e abbiamo perso il primo pezzo, la viola, ma per fortuna Francesca era già lì, pronta ad unirsi al gruppo! Con Cecilia invece suoniamo ormai da quasi 4 anni ed è stato un incontro da subito naturale e ricco di stimoli. Il valore che ci unisce di più credo sia l’onestà. In musica come in tutto quello che condividiamo umanamente.
Francesca: Io ho conosciuto Franziska per prima. poi quando il Quartetto si è spostato a studiare a Berlino, dove io abitavo e studiavo da un anno, ho conosciuto anche gli altri ed abbiamo iniziato a suonare insieme. Abbiamo scelto di suonare insieme perché condividiamo l’approccio alla vita del quartetto, la priorità che questo deve avere nelle nostre vite… e perché siamo capaci di sopportarci e supportarci nella realizzazione di questo progetto quasi utopico: vivere la nostra attività come una costante evoluzione e ricerca.
Giorgio: Negli anni tra il 2000 e il 2008, ero semiconsapevolmente sempre alla ricerca di musicisti che potessero condividere il desiderio del quartetto d’archi; il mio maestro Roberto Tarenzi lo sapeva, e ha incoraggiato Franziska e me ad iniziare. Il resto è stata una lunghissima e catena di eventi, guidata dal una forza di volontà collettiva senz’altro superiore a quella dei singoli. Per me, l’atto di suonare musica del passato è sempre stato fonte di interrogativi un po’ sofferti (se farlo, perchè farlo); nelle mie colleghe di quartetto ammiro una passione spontanea e senza limiti sorretta da talento e dedizione!
Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?
Cecilia: Ci sono vari momenti bellissimi che ho avuto la fortuna di vivere, e nessuno di questi è legato esclusivamente al prestigio, ma, soprattutto alla grandissima emozione che mi ha legato ad ogni situazione. Ne ho diversi, e scorrendoli, posso dire che i momenti migliori sono stati quelli dove persone, musica e passione erano al 100%.
Clara Franziska: Il primo concerto che abbiamo fatto per la Società del Quartetto di Milano è stato un’emozione grandissima per me. Quella sala dove avevo ascoltato concerti tutte le settimane negli anni degli studi, quel pubblico pieno di amici insegnanti e allievi che sentivo così vicino.
Francesca: Uno dei momenti più emozionanti della mia vita musicale è stata la scoperta dei quartetti giovanili di Schubert, in particolar modo il D87 in mi bemolle maggiore.
Giorgio: Non lo so, ma sicuramente ciò che trovo più emozionante sono le piccole o grandi scoperte che si fanno insieme durante le prove; a volte finisco una giornata di prove totalmente incantato dai brani che stiamo suonando.
Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?
Cecilia: Sì, amo leggere ed andare a cavallo quando riesco. Mi piace anche molto la moda!
Clara Franziska: Lo Yoga e la meditazione, il nuoto e in generale tutto quello che ha a che fare con il mondo marino. Tutte cose che mi piacerebbe riuscire a coltivare molto di più!
Francesca: Sono un’appassionata di astronomia, di teatro e cinema. Leggo volentieri quando ho il tempo per farlo con calma, lasciandomi coinvolgere completamente dalla storia e dalla scrittura. A volte scrivo.
Giorgio: Amo la montagna e mi piace moltissimo stare all’aria aperta, pedalare e camminare sono i momenti migliori per pensare. Sono appassionato di studi filosofici, in particolare per quanto riguarda lo scetticismo e il relativismo.
Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?
Cecilia: Ascolto qualsiasi tipo di musica, se devo dire due generi che non ascolto sono il rap e il metal.
Clara Franziska: Ascolto molta musica classica a dire la verità ma ci sono momenti anche per altri generi. Mi piace la musica brasiliana, Django Reinhardt, Fabrizio de Andrè, Elisa, i Queen e tanti altri. Sono molto affezionata a Jovanotti!
Francesca: In generale non ascolto tanta musica in questa fase della mia vita. Mi piace fare delle incursioni in generi musicali che non conosco, per godere di un ascolto più puro e libero da tutti i pensieri legati all’essere una musicista che si occupa prevalentemente della cosiddetta musica classica.
Giorgio: In questo periodo non ascolto molta musica al di fuori delle ore passate a suonare, sento il bisogno di riposare le orecchie.
C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?
Cecilia: Le Sinfonie di Beethoven con Chamber Orchestra of Europe e Nikolaus Harnoncourt, Quartetti di Haydn del Chiaroscuro Quartet e il disco degli Improvvisi di Schubert di Radu Lupu.
Clara Franziska: I sestetti di Brahms degli Archibudelli, i dischi dell’Arpeggiata.
Francesca: Vi consiglio caldamente di ascoltare tutte le sinfonie di Beethoven e Schubert dirette da Harnoncourt. E aggiungerei le variazioni di Brahms per pianoforte su tema di Haendel suonate da Julius Katchen.
Giorgio: Il quartetto in sol minore di Schubert suonato dal Quatuor Mosaiques.
Qual è il libro che leggerai quest’estate?
Cecilia: Sto leggendo “ Il senso della vita” di Yalom.
Clara Franziska: Sto leggendo “Avere o essere?” di Erich Fromm ma una volta sotto l’ombrellone mi procurerò anche qualcosa di più narrativo!
Francesca: In questo momento ho in borsa Dalla terra alla luna di Jules Verne. Però non credo che durerà tutta l’estate.
Giorgio: Proverò a leggere L’origine delle specie di Charles Darwin, sperando di avere l’energia necessaria.
Quali sono i tuoi programmi per l’estate 2017?
Cecilia: Stiamo finendo con il quartetto i concerti estivi, dopodichè avrò il tempo per studiare e stare un po’ a casa con il mio fidanzato. Al mare andrò a settembre ☺
Clara Franziska: Luglio è stato un mese intensissimo fatto di tante esperienze musicali diverse non solo in quartetto. Ad agosto riposo! Eccetto qualche giorno ad un corso di violino barocco, campo che sto iniziando ad esplorare con grande curiosità.
Francesca: Lavoriamo con il quartetto fino ai primi di agosto, poi sarò libera di stare con la mia famiglia e i miei amici al mare.
Giorgio: Abiterò nella casa della mia famiglia sul Lago di Como, andrò un po’ ad arrampicare e un po’ in bicicletta, spero di alzarmi presto al mattino e godere la luce delle lunghe giornate estive.