Alessandro Marangoni, tra Rossini e la realtà virtuale

Il concerto che la vedrà protagonista prevede un programma interamente rossiniano e porta il titolo di Ossessioni e piaceri. Com’è nata l’idea di questo progetto?

Rossini è mio compagno quotidiano di vita da ormai diversi anni perché mi sono occupato del recupero, dell’esecuzione e soprattutto dell’incisione integrale dei suoi Péchés de vieillesse, un lavoro mastodontico in 13 dischi che mi ha entusiasmato tantissimo e che mi ha fatto scoprire anche venti inediti! Rossini ci svela un volto che non conoscevamo e che è imprescindibile per capire davvero a fondo questo gigante della storia della musica. L’idea del programma per gli Amici della Musica di Firenze è nata naturalmente dal legame di Rossini con il capoluogo toscano e dalla volontà di raccontare il compositore anche attraverso i suoi scritti e le sue lettere, che ci restituiscono con genuinità la piena umanità di un Maestro che all’epoca era considerato un Dio, godeva di una fama planetaria, ma aveva le sue fragilità, i suoi desideri quotidiani, che egli ci racconta attraverso i suoi Peccati e l’epistolario, usando il pianoforte come fosse il suo confessore.

Insieme a lei e al soprano Gemma Bertagnolli ci sarà anche Milena Vukotic.

Con grande gioia collaboro con Milena Vukotic da diversi anni: Milena non è solo una grande attrice, anzi un pezzo di storia del nostro Paese, un punto di riferimento per generazioni, ma ha anche una completa formazione musicale, trasmessa dalla sua famiglia. Con naturalezza e grande competenza mi è sembrata l’attrice più adatta per questo progetto. La voce recitante infatti dialogherà e si alternerà con la magnifica Gemma Bertagnolli e me al pianoforte, leggendo alcune lettere tratte dall’epistolario rossiniano, alcune delle quali inedite, e reciterà anche insieme a me al pianoforte in un notissimo brano, a mo’ di melologo: Un petit train de plaisir.

Nel corso della sua carriera, ha dimostrato un forte interesse anche verso la realtà virtuale e, in generale, verso nuove forme di ascolto della musica classica.

Ho sempre creduto nel fatto che noi musicisti abbiamo il dovere di divulgare la musica a tutti: abbiamo un patrimonio prezioso che è un traboccare di bellezza inesauribile in tanti secoli di storia e penso che nell’epoca contemporanea la tecnologia sia un mezzo fantastico anche per veicolare la “musica forte”, per usare un termine dell’amico Quirino Principe. In generale, sono appassionato di tecnologia e ho esplorato anche la realtà virtuale per eseguire concerti o presentare mie incisioni discografiche, con il risultato sorprendente di aver avvicinato diversi giovani alla frequentazione dei concerti anche nella vita reale. Credo che forme di spettacolo musicale, con l’utilizzo anche di proiezioni suggestive (come spesso faccio in alcuni recital) o progetti come il Chromoconcerto – che ho realizzato per spiegare al pubblico le connessioni tra musica e colore, partendo da Skrjabin ma utilizzando i moderni software – siano mezzi molto efficaci per comunicare questa bellezza che ci è stata trasmessa dai grandi compositori della storia e da quelli attuali, in un’epoca liquida in cui la connessione e la comunicazione permeano inevitabilmente la nostra società.