Il programma che eseguirà il 13 dicembre 2025 riunisce capolavori del romanticismo tedesco accanto alle sonate per violoncello di Franck e Debussy.
Sono brani che amiamo profondamente suonare insieme, veri capolavori della musica da camera, nei quali ogni strumento ha un ruolo paritario e l’interazione, il dialogo tra le voci strumentali, si sviluppa su moltissimi livelli. Ogni compositore ha un proprio linguaggio, un proprio universo sonoro, ed è estremamente stimolante accostare queste opere nello stesso concerto.
Sul palco sarà con lei il pianista Jean-Sélim Abdelmoula.
Suoniamo insieme da oltre dieci anni; ci siamo incontrati per la prima volta a una masterclass di András Schiff, che ci suggerì di provare a collaborare. È una splendida avventura crescere insieme come musicisti e scoprire così tanto repertorio. Siamo anche grandi amici, ed è sempre bello ritrovarsi e raccontarci quello che è successo nelle nostre vite dall’ultimo concerto. Jean-Sélim è incredibilmente inventivo nel modo di lavorare: le nostre prove non sono mai uguali, spesso cantiamo o cerchiamo di percepire il senso del tempo attraverso il movimento. È sempre una sfida entusiasmante trovare un nuovo approccio a brani che conosciamo da tanto, sentire la stessa passione come se li stessimo scoprendo per la prima volta.
Suona un violoncello Antonio Stradivari del 1717, generosamente affidato dalla Stradivari Stiftung Habisreutinger.
È uno strumento di rara bellezza, appartenente al periodo d’oro di Stradivari; è stato suonato da Guilhermina Suggia, allieva e compagna di Pablo Casals, e porta il suo nome. Ha un suono incredibilmente ricco e potente, con un registro acuto luminoso e una grande profondità nel registro grave. Non vedo l’ora di portarlo a Firenze e condividere la sua bellezza con il pubblico.
Foto © Xenia Zasetskaya

