Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?
Ginevra Bassetti: Un CD regalatomi per Natale dai miei genitori contenente i Notturni di Chopin suonati da Maurizio Pollini per Deutsche Grammophon, avevo nove anni. A sette invece la prima prova di un’orchestra ascoltata dal vivo.
Francesca Giglio: All’età di circa due-tre anni mi perdevo nella marea di CD di musica classica negli scaffali del soggiorno di casa. Poiché ero molto piccola riuscivo ad arrivare ovviamente solo a quelli riposti più in basso, ed avevo una passione quasi ossessiva per un cd con una copertina nera degli integrali dei trii di Beethoven per archi con Anne-Sophie Mutter, Bruno Giuranna e Mstislav Rostropovich. Penso di aver costretto mio padre a mettere quel cd non so quante volte ma io ero sempre estasiata come se fosse la prima.
Marianna Pulsoni: Il mio primo ricordo musicale è legato al pianoforte di casa. Era un oggetto imponente e misterioso, che esercitava su di me una grande attrazione, le prime lezioni e le prime esibizioni familiari sono tra le prime memorie musicali che ho.
Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?
Ginevra: Proprio questa prova d’orchestra: si trattava di una compagine giovanile di una scuola di musica vicina alle mie scuole elementari. Rimasi assolutamente rapita da ciò che usciva dall’unione di quegli strumenti, e decisi che volevo partecipare anche io.
Francesca: La presenza di mio padre in casa, lui chitarrista classico mi ha ispirata sicuramente e la sua guida mi ha instradata verso lo studio di uno strumento musicale, all’età di sei anni.
Marianna: La musica è sempre stata parte della mia vita, una tradizione di famiglia. Quando ero piccola, la presenza del pianoforte in casa è stata un invito naturale a esplorare i suoni. Così, come quasi tutti nella mia famiglia, ho iniziato a prendere lezioni, trasformando il gioco in una vera passione.
Quando hai capito che eri brava in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?
Ginevra: Chi percorre una strada legata all’Arte sa che dirsi “bravo” ha un valore importante, ma anche molto relativo. Ci sono sicuramente obiettivi raggiunti dei quali vado fiera e che mi hanno fatto capire che avevo il mio valore in ciò che stavo facendo, ma ogni giorno sento che il grande mistero della Musica è ancora lontano dall’essere rivelato. Credo forse sia proprio questo mistero a continuare ad incuriosirmi ogni giorno, e ad aver in questo modo naturalmente preso la maggior parte dello spazio della mia vita.
Francesca: Quando avevo circa 12 anni. Una volta iniziati gli studi in Conservatorio, contemporaneamente alle scuole medie, per quanto fossi attratta dalle materie scolastiche la mia mente ritornava costantemente alla musica ed alla voglia di esplorare e di approfondire sempre di più lo studio del violoncello.
Marianna: Da musicista classica, il concetto di “essere brava” è qualcosa che si fatica ad accettare, perché l’aspettativa verso se stessi è sempre molto alta. Non c’è un momento in cui ho pensato “sono brava”, ma piuttosto una progressiva consapevolezza che la musica sarebbe stata il mio destino. Ho capito che questa attività avrebbe occupato una parte importante della mia vita quando ho realizzato che suonare era il mio modo di esprimermi, una lingua che mi permetteva di comunicare emozioni complesse senza bisogno di parole.
Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?
Ginevra: Momenti? Direi quasi tutti i giorni! Ahah. È una vita davvero complessa, che richiede molto sotto ogni aspetto: fisico, mentale, emozionale. E proprio perché richiede tutto ciò, è facile sentirsi spesso prosciugati o particolarmente sopraffatti. Detto questo, credo che ogni carriera che si voglia portare all’eccellenza in qualsiasi ambito richieda abnegazione e dedizione. L’importante è abnegarsi per ciò che davvero ci corrisponde e rende felici. Per questo poi non ho mai mollato.
Francesca: Non ho mai sentito di voler mollare tutto ma a volte capita di sentirsi non all’altezza e non abbastanza. Il mondo della musica non è sempre facile, come qualsiasi contesto, ha le sue luci e le sue ombre e talvolta la competizione può essere difficile da sostenere, soprattutto quella con se stessi. La più grande critica che bisogna affrontare ogni giorno è quella personale, per questo è giusto, a volte, anche riuscire a guardarsi esteriormente ed in maniera oggettiva.
Marianna: Sì, ci sono stati momenti di profonda crisi. A volte il peso della disciplina, le ore di studio solitarie e l’ansia da prestazione mi hanno fatto dubitare. La musica è una compagna esigente, e ci sono stati periodi in cui ho sentito il desiderio di una vita più “normale”. Tuttavia, l’amore per la musica è sempre stato più forte, riportandomi sui miei passi.
Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?
Ginevra: È difficile scegliere poiché, essendo un percorso che si inizia molto presto, ogni età ed ogni fase del portano con sé forti emozioni. Facciamo allora la più recente: la prima tournée in Giappone del nostro Trio, che ho vissuto sia come musicista che come manager del gruppo. È stato bello ed emozionante vedere il frutto del proprio lavoro artistico e gestionale.
Francesca: Ricordo due momenti. Il primo è stato vincere la mia prima audizione in orchestra, precisamente l’audizione per l’Accademia del Teatro alla Scala. Avevo 18 anni ed era la prima volta che uscivo dal “nido familiare”, allontanandomi da casa.
Il secondo la recente tournée in Giappone con il Trio. Il concerto ad Osaka ed il calore ed il rispetto del pubblico mi ha fatto percepire: “stiamo facendo la cosa giusta al momento giusto”. Mi sono sentita felice ed appagata di poter condividere quelle emozioni con le mie colleghe.
Marianna: Un concerto a Parigi in trio, in una bellissima sala, l’atmosfera era magica, il pubblico incredibilmente attento. Alla fine dell’esibizione, l’applauso non era solo fragoroso, ma carico di un’emozione palpabile. Abbiamo sentito di aver creato una vera connessione con ogni persona in quella sala, ed è una sensazione che porterò sempre con me.
Ci raccontate come vi siete conosciute? Cosa vi piace del modo di suonare delle altre del gruppo e come mai avete deciso di suonare insieme?
Ginevra: Io e Marianna, la pianista, ci siamo conosciute grazie ad un amico comune che conosceva il desiderio di entrambe di far musica da camera. Francesca è arrivata in un secondo momento, grazie al consiglio di un nostro docente che la aveva ascoltata durante un’audizione. Lui conosceva la nostra grande volontà nel mettere su un trio, così come quella di Francesca, e così ci ha fatte conoscere. Abbiamo deciso di suonare insieme dopo la nostra prima prova in tre, con il Trio n. 3 op. 101 di Brahms in do minore: quel pomeriggio abbiamo davvero avuto la sensazione che ci completassimo a vicenda. Di Francesca apprezzo e stimo la sua grande connessione con la Musica espressa attraverso il suo violoncello. Quando la ascolto suonare non percepisco nessuna barriera tra lei, lo strumento e la Musica, come se fosse il suo naturale modo di esprimersi. Di Marianna ammiro la grande cultura musicale ed artistica, questo la porta ad essere una musicista che sa quello che fa, ed anche la sua grande ricerca dei mille volti ed espressioni del Suono.
Francesca: Di Ginevra adoro il modo di sentire la musica, è elegante e tutto ciò che cerca di esprimere è sempre sincero ed autentico, sul palco come fuori.
Di Marianna ammiro la sua compostezza. In trio, il pianoforte, come spesso dico, è la colonna portante, e di lei puoi sempre fidarti, è come avere un luogo sicuro dove sai di poter tornare per sentirti a casa.
Marianna: Quello che ammiro di più nelle mie compagne è la loro capacità di ascolto e la profonda sensibilità. Ognuna ha una personalità musicale unica, ma insieme creiamo un’armonia speciale. Abbiamo scelto di suonare insieme perché abbiamo capito subito che le nostre diversità si completavano a vicenda, dando vita a un dialogo musicale unico e autentico.
C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legata? Vuoi dirci qual è e come mai?
Ginevra: Urca, come si fa a scegliere? Ne ho molti, ognuno con una motivazione forte e diversa. Parliamo di quello che in questo momento non smetto di ascoltare: Schubert dai 4 Improvvisi D. 899 (op. 90) per pianoforte, il n. 3 in sol bemolle maggiore interpretato da Radu Lupu. Come mai? Ascoltatelo e la motivazione sarà subito chiara!
Francesca: Probabilmente la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. Mi ricorda un periodo di transizione della mia vita fondamentale nella mia crescita personale e come musicista.
Marianna: Sono molto legata ad un brano di Leoš Janáček, Nella nebbia; l’ho studiato per anni, trovandoci sempre nuove sfumature. Questo brano è diventato per me un confidente, una sorta di diario musicale che ha accompagnato le fasi più importanti della mia vita.
Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?
Ginevra: Ho una grande passione per l’Arte in generale, con una predilezione per la scultura, pittura ed architettura del periodo rinascimentale. Leggere mi piace moltissimo, così come viaggiare con le persone alle quali tengo e scoprire insieme nuovi volti di luoghi e città. Scrivere è invece un hobby che mi mette molto in connessione con me stessa, e cucinare per gli amici mi rilassa e rende felice. In generale, appena posso passo più tempo possibile con le persone che amo…mi piace il tempo di qualità soprattutto se condiviso!
Francesca: La lettura e i viaggi sicuramente sono una costante ma anche lo sport. Di recente ho deciso di prendere il primo brevetto da sub per poter fare immersioni fino a 18 metri.
Marianna: Sì, mi piace molto leggere e visitare mostre e musei.
Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?
Ginevra: Sfatiamo una volta per tutte il mito che il musicista classico ascolta solo Musica Classica! Ahah. Sono piena di colleghi che dopo aver passato ore a studiare Bach e Beethoven ascoltano i Queen o Jovanotti conoscendone i testi a memoria. Per quanto mi riguarda devo dire che ascolto tutta la musica: Pop, Jazz, Cantautorato…con una certa predilezione per gli anni Ottanta e Novanta. Gli ABBA un mio “guilty pleasure”…
Francesca: Ascolto tanto cantautorato italiano e musica jazz americana degli anni ’50-‘60.
Marianna: Assolutamente sì. Oltre alla musica classica, ascolto molto rock jazz e pop, amo anche il cantautorato italiano e non. Mi affascina l’idea di poter scoprire sempre nuove sonorità e di lasciarmi trasportare da generi diversi.
C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?
Ginevra: Ma così è sempre più difficile! Vi prego, fatemene dire uno per la Musica Classica e poi un altro di qualsiasi genere. Musica Classica: G. Kremer e M. Argerich, Schumann: Sonate per Violino e Pianoforte n. 1 & 2 per Deutsche Grammophon. Altro genere: Coldplay, A Head Full of Dreams.
Francesca: E poi… la tua bocca da baciare di Ornella Vanoni.
Marianna: Consiglierei Déjà Vu di Crosby, Stills, Nash & Young. È un capolavoro senza tempo, un disco che tutti dovrebbero ascoltare almeno una volta nella vita per la grande inventiva e l’estro musicale degli autori.
Qual è il libro che stai leggendo quest’estate?
Ginevra: Due, uno per piacere ed uno per documentarmi meglio sul compositore. Il primo è Legami di A. Nevo, il secondo è Ravel di J. Echenoz.
Francesca: Su un letto di fiori di Banana Yoshimoto.
Marianna: Sto leggendo la nuova pubblicazione di Sandro Cappelletto, Quaderni di conversazione e testamento di Heiligenstadt. È una lettura affascinante, che mi permette di entrare in contatto con la mente e l’animo di Beethoven, scoprendo le sue riflessioni più intime e profonde.
