Il vostro quartetto si è formato alla Guildhall School of Music and Drama di Londra. Quali sono gli aspetti principali che vi hanno unito e vi hanno ispirato a lavorare insieme?
Appena abbiamo iniziato a suonare insieme abbiamo sentito che, nonostante provenissimo da tradizioni e stili di esecuzione molto diversi, la nostra visione musicale condivisa mirava allo stesso obiettivo. Siamo sempre stati attratti dalle stesse priorità: spontaneità, libertà ed esprimere l’emozione dietro ogni brano che suoniamo. Quando proviamo è come se ogni volta facessimo lezione con un musicista diverso del quartetto, e il modo in cui ci confrontiamo e facciamo emergere nuove idee è qualcosa di estremamente stimolante. Anche l’essere buoni amici aiuta molto. Passiamo così tanto tempo insieme viaggiando, facendo concerti e prove che è impossibile nascondere chi siamo veramente. Ci sentiamo incredibilmente fortunati a volerci bene e rispettarci a vicenda.
Il 2024 è stato un anno importante per voi, soprattutto per la vittoria del Premio Borciani. Come vi siete approcciati a questa competizione? Avete qualche aneddoto memorabile da raccontare?
Abbiamo partecipato al concorso con l’intenzione di trasmettere il nostro modo di interpretare brani del repertorio quartettistico che amiamo molto, senza preoccuparci del giudizio o aspettative altrui. È facile cadere nella tentazione di adattarsi a ciò che la giuria o il pubblico potrebbero voler sentire. Abbiamo deciso fin da subito, quindi, di suonare il repertorio solo in un modo che ci rispecchiasse, che fosse onesto per noi. La competizione è stata ovviamente molto intensa, con cinque turni in una sola settimana; quindi, abbiamo colto ogni occasione per cercare di rilassarci – che fosse giocare a carte, andare a correre o mangiare grandi quantità di pasta.
Dopo la vostra esperienza con il lavoro di Kaija Saariaho, avete in programma future collaborazioni con compositori contemporanei?
Sì! Anche se suoniamo principalmente il grande repertorio per quartetto d’archi, che amiamo profondamente, sentiamo che è importante impegnarci con la musica di oggi. In questa stagione eseguiremo il nuovo quartetto d’archi della compositrice scozzese Helen Grime al Festival di Aldeburgh, e sarà davvero emozionante lavorare con lei per prepararci. Inoltre, presenteremo in anteprima un nuovo quartetto del vincitore del programma YCAT Composer Fellow 2025 in uno dei nostri recital alla Wigmore Hall. Naturalmente, portare nel mondo un nuovo pezzo è sempre un processo entusiasmante.
Un’altra nostra passione è arrangiare musica non classica da suonare, per lo più per il nostro divertimento personale dopo lunghe giornate di prove. Amiamo tanti generi di musica diversi, e ognuno di noi propone nuovi arrangiamenti da provare: folk, jazz, musical, persino heavy metal!
Foto © Julia Bohle