Marco Rizzi e la «formazione geniale»

Nel concerto del prossimo 13 aprile, insieme ad Alessio Allegrini (corno) e Benedetto Lupo (pianoforte), accosterà opere di Brahms, Bartók e Ligeti. Per quali ragioni avete scelto di far dialogare questi tre compositori?

Il baricentro di questo concerto è l’organico inventato da Brahms violino/corno/pianoforte, una formazione geniale che accomuna e fonde tre famiglie di strumenti creando un mondo completamente nuovo di colori sonori. Una sfida questa che è stata raccolta György Ligeti che a sua volta ha spaziato in mondi armonici e timbrici assolutamente inediti. Coronano il tutto due interventi solistici di pianoforte e violino che “ancorano” invece questi due autori ai loro mondi più tradizionali: la musica pianistica per Brahms e l’ispirazione popolare della musica di Bartók e Ligeti.

Cosa la lega agli altri due musicisti, quali sono le caratteristiche che ama di loro e come mai avete deciso di suonare insieme?

Abbiamo suonato varie volte insieme in formazioni cameristiche o in veste di solisti con l’orchestra, Alessio e Benedetto sono musicisti straordinari ed è un piacere andare a scoprire insieme questo programma così intenso e particolare. Entrambi possiedono quella sensibilità eccezionale che permette loro di andare al di là del proprio strumento e mi aspetto che potremo offrire una lettura profonda di questi capolavori.