Intervista a Anna Bodnar e Irene Squizzato

Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?

Anna: Avrò avuto forse tre o quattro anni, e mi divertivo a “giocare” con una piccola fisarmonica che avevamo in casa, che mia sorella maggiore suonava quando studiava musica. Mi divertivo a tirare su la tastiera per far uscire il suono, e credo che il mio grande amore per lo strumento sia nato proprio da questo “gioco” infantile e spensierato.

Irene: Il primissimo ricordo che ho legato alla musica risale a quando non avevo ancora cominciato a suonare. Ero molto piccola e nel sapere che mio papà, da ragazzo, suonava la fisarmonica, gli chiesi di farmela vedere perché volevo provarla, nonostante le dimensioni non proprio consone alla mia statura.

Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?

Anna: Sarò onesta, non volevo studiare musica…i miei genitori mi hanno iscritto alla scuola. Piangevo sempre quando da piccola dovevo andare a lezione, ma con il passare del tempo mi sono letteralmente innamorata, forse perché era l’unico modo per evadere da una situazione familiare non proprio bella. Adesso la musica è la mia ragione di vita e mi ha portato lontano…sono quindi molto grata per tutto ciò.

Irene: Quando iniziai le scuole medie nella mia città (Spinea), venni a conoscenza dell’indirizzo musicale e pensai subito “perché non provare l’esame di ammissione?”. Credo che nonostante la giovane età, una parte di me sentì il bisogno di riprendere in mano quello che mio papà a malincuore aveva lasciato: la musica. Il fatto di suonare proprio la fisarmonica fu un caso, in quanto quando feci l’esame di ammissione, nel scegliere lo strumento (c’erano a disposizione quattro strumenti: fisarmonica, pianoforte, clarinetto e arpa) inizialmente optai per pianoforte mentre la fisarmonica la misi come seconda scelta. Il destino volle che nella classe di pianoforte c’erano già troppi studenti e così mi assegnarono la fisarmonica!

Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?

Anna: Non ho mai pensato di essere “brava”, e non lo penso neanche adesso. Credo che per migliorarsi e ottenere grandi risultati si debba restare umili e con i piedi per terra. Non c’è stato un momento in cui ho capito che avrei voluto che la musica occupasse una parte importante della mia vita… lo fa semplicemente per il fatto che la musica “è” la mia vita.

Irene: Fortunatamente, a differenza di molti altri ragazzi, capii quasi subito che la musica avrebbe occupato gran parte della mia vita. Già dalla seconda media sapevo per certo che al termine di quel ciclo di studi avrei continuato a seguire la mia più grande passione.

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione?

Anna: Sì, dopo la laurea triennale al conservatorio in Ucraina. Avevo un cattivo rapporto con il mio maestro, che mi diceva sempre che non ero capace e che ero una buona a nulla. Non gli ho creduto e sono andata avanti nonostante tutto. Per fortuna.

Irene: Sì, è successo. Mi è capitato per un periodo che mi facessi molte domande, ad esempio, se davvero potessi essere all’altezza di far parte del mondo della musica. Non vedevo progressi e di conseguenza mi demoralizzavo. Grazie alla mia forte passione però sono riuscita a rialzarmi e a non mollare!

Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?

Anna: Per ora è stato senza dubbio il mio primo concerto solistico in Italia, a Chiusi della Verna. Ma so che ce ne saranno molti altri e che il bello deve ancora venire!

Irene: Ce ne sono tanti momenti emozionanti. Uno dei primi forse è il mio primo viaggio all’estero. Se non ricordo male era novembre del 2015. Con una Fisorchestra (di cui faccio parte tutt’ora) abbiamo fatto la prima trasferta in Germania, a Monaco. È stata un’esperienza indimenticabile!!

Ci racconti come hai conosciuto Gianmarco Franceschini? Cosa ti piace del suo modo di suonare e come mai avete deciso di suonare insieme?

Anna: Ho conosciuto Gianmarco quando abbiamo frequentato insieme il corso di Musica da Camera con il M° Mealli al Conservatorio. Lui stesso ci ha fatto suonare insieme e gli sono grata per questo perché Gianmarco è un musicista molto bravo e molto organizzato, molto coscienzioso nel suo lavoro.

Ci racconti come hai conosciuto Yran Yuan? Cosa ti piace del suo modo di suonare e come mai avete deciso di suonare insieme?

Irene: Diciamo che l’idea di suonare assieme non è partita da noi ragazzi. Entrambi dovevamo frequentare il corso di Musica da Camera e il Maestro quando è stato il momento di formare i gruppi ha ben pensato di creare questo connubio sax e fisarmonica, molto interessante tra l’altro. È lì che ci siamo visti e conosciuti la prima volta. Del modo di suonare di Yiran mi piace la grinta e il suono: bello ma allo stesso tempo “grezzo”.

C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legata? Vuoi dirci qual è e come mai?

Anna: Probabilmente “Il lamento della ninfa” di Monteverdi, diretto da Vincent Dumestre, eseguita da Le Poème Harmonique – Claire Lefilliàtre. Mi sono innamorata di questa versione dopo aver visto il film di Eugene Green “Le pont des Arts”.

Irene: Un brano a cui sono particolarmente legata è “Oblivion” di Astor Piazzolla. Non c’è un motivo particolare ma la sua melodia struggente ma allo stesso tempo caratterizzata da una forte intensità mi suscita sempre grandi emozioni.

Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Irene: Amo leggere, ho sempre letto molto in vita mia, in particolare mi piacciono molto i classici europei, la letteratura russa e francese dell’800. Inoltre adoro viaggiare, scoprire sempre posti nuovi e stare a contatto con l’arte e la natura.

Irene: Mi piace cucinare! Mi diverto a mettere le mani in pasta e quando ho l’occasione di aiutare i miei genitori in pranzi/cene in compagnia di familiari o amici non mi tiro indietro.
Poi adoro i cavalli, purtroppo per vari motivi non pratico equitazione, ma mi piacerebbe moltissimo.

Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali?

Anna: Ascolto la musica antica, classica, minimalistica, jazz. I miei artisti preferiti: J. Savall (“Hespèrion XXI) , A. Scholl, P. Jaroussky, C. Bartoli, Christina Pluhar (L’Arpeggiata), V. Capezzuto. Adoro le esecuzioni di S. Richter, K. Zimerman, G. Gould, V. Horowitz.

Irene: Sì, mi piace ascoltare musica italiana come Battiato, Dalla, Mia Martini, De Gregori… poi non manca la musica dei giovani di adesso!

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare?

Anna: “The works for lute in original keys and tunings” di Lutz Kirchhof.

Irene: Un disco in particolare no, l’unica cosa che consiglio è di ascoltare tanta buona musica in generale. Fa bene!

Qual è il libro che leggerai quest’estate?

Anna: “Lettere a Lucilio” di Seneca.

Irene: Essendo quest’anno il centenario dalla nascita di Astor Piazzolla (11 marzo 1921), mi sto dedicando al libro “Sono un uomo di tango”, dove il musicista si racconta in prima persona.