Presenterà un programma che spazia da Grieg ai Märchentänze di Thomas Adès, includendo brani di Sibelius ed Elgar dei primi del Novecento.
Questo programma l’abbiamo ideato insieme con Juho, e non vedo l’ora di presentare tutti questi brani. Penso di essere partito dall’idea di voler suonare i Märchentänze di Adès. Ho già eseguito altre sue musiche in passato e ho anche lavorato con lui personalmente come direttore e insegnante. È davvero il mio compositore vivente preferito: la sua musica è spesso incredibilmente complessa dal punto di vista intellettuale, ma allo stesso tempo ha un impatto immediato sull’ascoltatore. Thomas è molto ispirato dalla musica di Sibelius, quindi è stato naturale includere anche Sibelius nel programma, e questi brani più leggeri e brevi hanno molto in comune con i Märchentänze. La Sonata di Grieg non è molto eseguita, ma è un inizio meraviglioso, e trovo che abbia una generosità e un senso di apertura che dialogano molto bene con Adès e Sibelius. Infine, la Sonata di Elgar che chiude il programma mostra un altro lato della musica inglese; ho sempre amato Elgar, soprattutto il Concerto per violino, e la sua musica ha una nobiltà e un respiro che non assomigliano a nessun altro compositore.
Sul palco sarà affiancato dal pianista finlandese Juho Pohjonen.
Juho e io ci siamo incontrati e abbiamo suonato insieme per la prima volta a un festival a Cleveland, in Ohio, nel 2022, e fin dall’inizio sono rimasto molto colpito dal suo modo di suonare e ho desiderato fare di più insieme. Con alcuni musicisti, come Juho, sento che condividiamo lo stesso modo di respirare e modellare una frase già prima di qualsiasi prova, e c’è un certo fluire naturale e una facilità nel suonare con lui che mi ispira, oltre al fatto che condividiamo gusti musicali simili. Inoltre, è tecnicamente straordinario e ha una conoscenza e un’intelligenza musicale impressionanti — e non solo!
Ci sono compositori o repertori ai quali si sente particolarmente legato — che riflettono il tuo “stile interiore” — e altri che invece percepisce come sfide da esplorare?
È una domanda interessante. Sento che è qualcosa che è cambiato nel corso degli anni e che continuerà a cambiare per tutta la vita. Per esempio, quando ero più giovane mi sentivo più insicuro con Beethoven e Schubert: non perché non li amassi, ma in qualche modo non trovavo la connessione giusta. Non ho mollato e con il tempo e l’esperienza ora mi sento molto a mio agio con entrambi. Con Schumann invece mi sono sentito da subito particolarmente in sintonia. Credo di riuscire a trovare una connessione con tutti i grandi compositori: è più difficile cercare di entrare in sintonia con un brano mediocre, ma per fortuna non ho bisogno di scegliere quelli per i miei programmi…
Foto © Andrej Grilc

