La sua carriera si divide fra impegni solistici e cameristici: c’è una situazione in cui si sente maggiormente a casa?
Sin dagli studi in Conservatorio a Pesaro ho sempre amato suonare con amici e colleghi, dai quattro mani, ai due pianoforti, alla musica da camera, quindi questa è una dimensione per me molto congeniale. D’altra parte, suonando da soli, c’è la piena libertà di scelte interpretative personali, quindi ogni situazione ha i suoi vantaggi e svantaggi. La cosa sicuramente più simpatica suonando in duo o in formazione è la possibilità di interazione umana e scambio reciproco.
Dal 2006 ha iniziato un’intensa collaborazione con il violinista Leonidas Kavakos: cosa vi ha fatti “scegliere” l’un l’altro come partner musicali?
Nel 1999 o 2000 suonammo insieme a un festival e da allora cercammo possibilità di collaborare più stabilmente, cosa che si è verificata a partire dal 2006. Penso che il desiderio di approfondire la partitura e di trovare una convincente cifra espressiva in ogni esecuzione sia una caratteristica comune.
Da diversi anni insegna presso l’Accademia Pianistica di Imola e presso quella di Pinerolo: sono cambiati gli studenti nel tempo, oppure trova in loro sempre le stesse urgenze e motivazioni a studiare lo strumento e perfezionarsi ad alti livelli?
Non ho notato cambiamenti in questi anni. Quello che è diverso sono le condizioni per poter emergere rispetto a trent’anni fa. Ora il livello di esecuzione è in costante perfezionamento e il numero di giovani pianisti è molto alto, quindi è molto difficile trovare un canale per
farsi conoscere. Quello che in genere consiglio è di ampliare la propria conoscenza, la cultura artistica e generale, in modo da poter dare una visione personale e unica dell’opera da eseguire.
Ha progetti futuri che vuole raccontarci?
Ho in cantiere l’integrale delle “Armonie poetiche e religiose” di Liszt, che sto iniziando a eseguire parzialmente. Per il 2020 tantissimo Beethoven, mi sto preparando anche a questa significativa ricorrenza.
Per informazioni sul concerto di Enrico Pace con Leonidas Kavakos del 10 febbraio, cliccare qui.