Intervista a Giulia Rimonda e Valentina Kaufman

Qual è il primo ricordo della vostra vita legato alla musica che vi viene in mente?

Giulia: Sono nata in una famiglia di musicisti e ho sempre avuto la fortuna di respirare musica. Sicuramente il primo ricordo che ho con il mio strumento è a 4 anni, quando provai per gioco a imitare mio papà prendendo il suo violino (un prezioso strumento italiano del 700’). Mio papà, vedendomi, si preoccupò non poco! Mi regalo così il mio primo violino (1/16!!) e iniziai a fare musica anche io.

Valentina: Difficile scegliere… ho tanti momenti impressi nella memoria: le prime lezioni, i primi saggi, le ore passate allo strumento con la mamma vicino, le prime prove in teatro a cui ho assistito… non sono ricordi distinti, fanno tutti parte di una grande e meravigliosa scoperta che ho avuto la fortuna di fare sin da piccola.

Cosa vi ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale?

Giulia: L’ambiente familiare è stato fondamentale. Essendo entrambi i miei genitori musicisti, ho sempre frequentato il mondo musicale. Ancora prima di iniziare a studiare la musica faceva parte della mia vita.
Valentina: Ancora una volta mi è difficile parlare di una cosa soltanto. Lo devo all’ambiente in cui sono cresciuta, alle persone che mi hanno circondata e che hanno reso possibile il mio incontro con la musica e con lo strumento, alla curiosità… e poco dopo, all’amore smisurato che è nato verso il pianoforte.

Quando avete capito che eravate brave in quello che stavate facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della vostra vita?

Giulia: Ho capito che era la mia strada ancora prima di ricevere delle conferme da altri, quando mi sono resa conto che mi dava più soddisfazione di altre cose. Di conseguenza, quando ti rendi conto che quello che stai facendo ti gratifica e che ti fa sentire bene, allora significa che stai impegnando il tempo nel modo migliore.
Valentina: Non ho ricordo di un tempo in cui l’attività musicale non sia stata parte fondamentale e principale della mia vita. Ogni giorno è una sfida, ma la passione e l’amore che mi accompagnano nel percorso intrapreso sono la consapevolezza più grande.

Ci sono stati dei momenti in cui avreste voluto mollare tutto e cambiare direzione?

Giulia: In un certo senso tutti i giorni, in un altro senso fin ora mai!
Valentina: Non sono pochi i momenti di difficoltà e di sconforto, ma da quando ho aperto le porte di questo mondo non ho mai pensato di tornare indietro, neanche per un istante.

Qual è il momento più emozionante che ricordate della vostra carriera musicale?

Giulia: Sicuramente l’incontro con il Maestro Accardo. Lo conobbi per la prima volta a Torino quando venne in città a tenere una masterclass in Conservatorio. Avevo 6 anni ma ricordo perfettamente il momento nel quale mi salutò e abbracciò per la prima volta. Ero emozionatissima, non mi volevo più lavare la guancia! Ed è stato ancora più intenso rivederlo dopo tanti anni all’Accademia Stauffer di Cremona, alla mia prima lezione. Gli portai il concerto di Tchaikovsky e ricordo ancora le farfalle nello stomaco e quanto fossi agitata. È ancora così anche a distanza di anni: fare lezione con il Maestro è una grandissima opportunità e non svanisce mai l’emozione. Impari sempre qualcosa di nuovo e speri sempre che le ore non finiscano mai!
Valentina: Sicuramente le numerose ore di musica insieme al nonno. Tutte le volte che mi sono seduta a suonare per lui, al telefono o dal vivo, in teatro o a casa, davanti ad altri o solo noi due. Le sue parole e gli insegnamenti che mi ha trasmesso con la sua umanità sono per me indelebili. Potrei citarne altri: le lezioni memorabili con la mia insegnante Anna Kravtchenko, i momenti di musica in famiglia con i miei fratelli, gli incontri con grandi musicisti…

Ci raccontate come vi siete conosciute? Cosa vi piace del modo di suonare dell’altra e come mai avete deciso di suonare insieme?

Giulia: Io e Valentina ci siamo conosciute a Mondadizza, una piccola cittadina in Valtellina, per una settimana di concerti e studio organizzata dalla Società dei Concerti di Milano, nella quale entrambe siamo artiste in residenza. La realtà è che tutto quanto è venuto dopo è arrivato in maniera naturale. È una amica molto speciale e suonare insieme è sempre bellissimo: ha una
grande esperienza di musica da camera oltre che una tecnica brillante e musicalità… è impossibile non fare musica quando si suona con lei!
Valentina: Ricordo con gioia l’incontro con Giulia, avvenuto nel contesto della Mondadizza Music Week, una settimana di musica in Valtellina con gli Artist in Residence della Società dei Concerti di Milano. Da lì a poco è nata una grande intesa tra di noi, sia a livello personale che musicale, che ha portato ad una bellissima collaborazione iniziata ormai un anno fa.
Giulia è una violinista dotata di grande personalità, tecnica, musicalità e passione. Sono speciali i momenti che condividiamo, davanti allo strumento e non.

C’è un brano musicale a cui siete particolarmente legate? Volete dirci qual è e come mai?

Giulia: Tante sono le composizioni che mi hanno cambiata e che ora, quando le riascolto, mi riportano ad un determinato periodo o momento che ho vissuto. Certamente, i brani che in questo momento mi sono particolarmente cari sono il Concerto di Beethoven op. 61 per violino e orchestra e il Concerto di Prokofiev n.2. Entrambi sono legati ad un artista che mi ha aiutato tanto a crescere, sia come persona che come musicista, alla quale devo molto.
Valentina: I brani legati a momenti, persone, ricordi o esperienze indimenticabili sono troppi. Spesso il legame più forte è con il pezzo che sto affrontando al momento. Sicuramente mi sento molto legata alla musica di Bach, in particolare alle sue Invenzioni a due voci, che hanno rappresentato per me un’importante base su cui iniziare a costruire. Diversi brani di Mozart, Chopin, Schumann… e tante opere di Rossini!

Avete altre passioni oltre a suonare il vostro strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Giulia: Sono riuscita a far diventare una passione quella che per me è una necessità, cioè il viaggiare. Ormai non li vedo solo come spostamenti ma anche come delle occasioni e momenti che mi fanno stare bene. A volte quel qualcosa che devi fare per forza non è detto che sia qualcosa di spiacevole: per esempio, ho imparato a vedere la bellezza del Frecciarossa! Fa ridere ma è così… mi piace sfruttare ogni minuto dei viaggi per soddisfare la mia curiosità di vedere cosa c’è nel mondo. È sicuramente una delle sfumature più belle del nostro mestiere.
Valentina: Assolutamente sì. Leggere e viaggiare sono due delle cose che preferisco in assoluto. Ho molti interessi che non vedo l’ora di coltivare e continuare ad approfondire.

Ascoltate altri tipi di musica oltre a quella che suonate? Se sì, quali?

Giulia: Mi piace ascoltare tutti i generi. Penso che tutti dovremmo conoscere la musica nella sua totalità! Poi certo, ognuno è libero di ascoltare quello che preferisce.
Valentina: Oltre al repertorio classico pianistico ascolto molto anche quello di altri strumenti. Negli ultimi mesi mi sono avvicinata al jazz, un genere di musica che sono interessata a conoscere meglio… mi piace molto la varietà, quindi non è raro che i miei ascolti siano di generi diversi!

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consigliereste a tutti di ascoltare?

Giulia:Avi Avital: Between Worlds.
Valentina: Domanda difficilissima. Nell’ultimo periodo sto ascoltando molto Bach, in particolare il Clavicembalo ben temperato e le Partite di Gould. Direi tutto il possibile dei grandi artisti del passato, molti dei quali sto scoprendo e riscoprendo proprio recentemente.

Qual è il libro che leggerete quest’estate?

Giulia: Senza un soldo a Parigi e a Londra di George Orwell.
Valentina: Quest’estate ho scelto di leggere libri piuttosto brevi, in modo da completare le letture durante i viaggi o nei momenti di tranquillità. Adesso sto terminando Il ritratto di Dorian Gray di Wilde e Il discorso sul metodo di Cartesio, insieme ad altri testi che leggo e studio poco per volta.