“Acqua rotta” è un concerto per voce recitante, violoncello e gocce d’acqua che presenterete in concerto il 14 gennaio per la stagione degli Amici della Musica di Firenze. Come è nata l’idea di questo progetto?
Mariangela Gualtieri. C’era già da tempo il desiderio di fare qualcosa insieme, di mettere insieme l’intensità acustica del violoncello con quella della poesia. Poi la notizia che il Giappone avrebbe sversato in mare le acque contaminate di Fukushima ci ha fornito il tema dell’acqua rotta, e il desiderio di comporre un canto all’acqua, un atto contrario a quell’atto sacrilego.
Le musiche in programma sono di Peter Sculthorpe, Sofia Gubajdulina, Lamberto Curtoni e J.S. Bach: come sono state scelte?
Mario Brunello. Le musiche scelte non amplificano solo le suggestioni delle parole della poesia di Mariangela, ma vogliono essere veri “specchi” in cui i versi trovano un riflesso sonoro. Talvolta le parole cancellano le note, in certi casi le note cancellano la parola, si sostituiscono a vicenda cercando di evitare un ruolo descrittivo, inseguendo invece una polifonia che comprenda il ritmo della goccia d’acqua, l’armonia dei suoni di un violoncello e la melodia della parola declamata.
In scena insieme a voi ci sarà anche l’installazione “Quasi-zero” di Gianandrea Gazzola. Qual è il ruolo di questa struttura e come dialogherete con lei durante il concerto?
Mariangela Gualtieri. Insieme a voce e violoncello si voleva tenere con noi anche il suono dell’acqua, in una delle sue tante forme. Gianandrea Gazzola ha creato una scultura che evidenzia in scena l’acqua, nella forma di un cubo di ghiaccio, e che allo stesso tempo libera al presente la caduta regolare di una goccia. Questo particolare suono dell’acqua parte con noi all’inizio del concerto: viene spesso coperto dalla musica ma nelle pause, nei momenti di silenzio affiora e segna, con una sua grazia, tutto il procedere del concerto.
Gianandrea Gazzola. Quando è nato questo progetto avevo scritto queste righe a margine dell’operazione: “Un cristallo d’acqua gelata, sospeso a mezz’aria tra due lunghe aste sottili. Nel dialogo tra poesia e musica, Quasi-zero è un convitato di ghiaccio. Presenza immobile, se non fosse per la quieta pulsazione che anziché la vita, ne scandisce goccia a goccia, la misura che lo separa dal nulla”.
Foto © Tomas Quiroga