Intervista al Quartetto Lyskamm

Quali sono state le influenze musicali più importanti per voi?

La ricerca dell’identità collettiva di un gruppo passa attraverso fasi diverse, di divisione o coesione su modelli esterni e di dibattito sugli ideali interni. Per noi sono stati incontri determinanti quelli con Claus Christian Schuster, i musicisti del quartetto Casals, il progetto Spira mirabilis, il compositore Helmuth Lachenmann, il Quatuor Mosaiques, Nikolaus Harnoncourt, Eberhard Feltz. Ogni volta che incontriamo qualcuno che ci stupisce e ci affascina, che sia un incontro individuale o di quartetto, cerchiamo di esserne influenzati tutti e di lasciarci contagiare dall’entusiasmo fino a quando la novità non è amalgamata nel gruppo.

Cosa e dove vi piace suonare?

Per far crescere un quartetto neonato ci vuole la più vasta e ricca scelta di repertorio, da Boccherini a Kurtág, da Brahms a John Cage. Con gli anni però ci siamo resi conto di una particolare affinità di gruppo con la musica di Schubert, Haydn e Bartok e una crescente fascinazione per il repertorio romantico. Oltre alle sale da concerto che abitualmente frequentiamo, siamo molto entusiasti di conoscere il pubblico in situazioni meno ufficiali, come quelle degli Hauskonzerte che si avvicinano all’ambiente intimo in cui il quartetto è stato concepito. Inoltre troviamo molto stimolante il ruolo della musica in contesti sociali e di divulgazione. Nel corso delle nostre residenze artistiche abbiamo spesso voluto conciliare il palcoscenico con gli incontri nelle scuole di ogni grado. Il quartetto è un esempio di collaborazione e condivisione tra pari e chi lo ascolta non assiste solo al prendere vita di una partitura, ma anche al risultato di una fitta rete di interazione umana ed emotiva.

Lyskamm?
Per scegliere il nome del nostro quartetto ci siamo lasciati ispirare dalla natura: una bellissima montagna di confine al centro dell’Europa.