Intervista a Simone De Sena, Esdì e WhiteNoise28

Qual è il primo ricordo della tua vita legato alla musica che ti viene in mente?

Simone De Sena. Il primo ricordo che ho legato alla musica è il Rossini Opera Festival. Quando ero bambino trascorrevo un mese intero a Pesaro insieme ai miei genitori e alla mia sorella minore, Chiara. Mio padre è un trombettista dell’Orchestra della Toscana e passavo quel mese al mare con loro e con tutta l’orchestra. Mi raccontano anche che rompevo le scatole a tutti i colleghi per giocare con loro. Da bambino ero molto “agitato”, ora forse un po’ meno! 

Esdì (Enrico Loprevite). Da bambino ero balbuziente. Mio padre, nel Natale del 1998, mi regalò un walkman con dentro il disco Nessuno degli Articolo 31. Da quel giorno scoprii il rap, l’arte della scrittura, il tempo, il ritmo e, a poco a poco, ho smesso di balbettare. La musica rap è stata ed è tutt’ora la mia terapia. 

WhiteNoise28 (Ruggero Misasi). Il primo ricordo che porto con me è quello di mio fratello che suonava la techno in camera con il suo computer. Ricordo che non capivo nulla di quello che stava facendo ma mi ha da subito colpito il modo in cui riusciva a coinvolgermi la musica che creava.

Cosa ti ha spinto a iniziare a suonare uno strumento musicale? 

Simone. Come dicevo prima, mio papà è la prima tromba dell’Orchestra della Toscana. La verità è che i miei genitori mi hanno obbligato a suonare il violoncello, io volevo suonare la batteria e tutt’oggi glielo rinfaccio. 

Esdì. Io non so suonare nulla. Scrivo testi di canzoni, racconti, articoli, riflessioni. Come dicevo, per me scrivere è una terapia. È l’unico modo con cui riesco a indagare la mia interiorità.  

WhiteNoise28. Ho deciso di dedicarmi alla musica quando ero in Inghilterra. Prima lo facevo per divertimento. Dopo quella esperienza ho capito che poteva diventare qualcosa di più grande e presente nella mia vita. 

Quando hai capito che eri bravo in quello che stavi facendo e che questa attività avrebbe occupato una parte importante della tua vita?

Simone. Prima di compiere diciannove anni, feci l’audizione a Fiesole per l’Orchestra Giovanile Italiana, mentre frequentavo il settimo anno di violoncello a Firenze con il Maestro Andrea Nannoni. Arrivai primo idoneo, poi iniziai a collaborare parallelamente con l’Orchestra LaVerdi di Milano per qualche programma come aggiunto orchestrale. Con i soldi guadagnati mi comprai delle Jordan bianche bellissime.

Esdì. A 16 anni feci la mia prima esibizione dal vivo. La gente rimase molto attenta, magari non entusiasta, ma attenta, quello sì! Da quel momento ho capito che avevo davvero qualcosa da dire.

WhiteNoise28. Penso di averlo capito tramite i miei amici, loro mi hanno sempre spinto a farlo e vedere le loro reazioni ai miei lavori è tutt’ora il mio metodo di giudizio su molti lavori in studio. Ho capito che sarebbe diventato parte della mia vita quando decisi di aprire lo studio di registrazione dove sto tutt’ora. Avevo 22-23 anni e l’idea di dover affrontare delle spese per qualcosa che dipendeva unicamente da me mi ha fatto capire che non potevo più farlo solo per divertimento. 

Ci sono stati dei momenti in cui avresti voluto mollare tutto e cambiare direzione? 

Simone. Certamente, sì! Tutte le mattine quando mi alzo per studiare e, se ci penso, anche ora mentre vi sto scrivendo! 

Esdì. Uff, non sono solo momenti, anche lunghi periodi. Sono una montagna russa emotiva.

WhiteNoise28.  Sì, tutt’ora vorrei lasciare tutto e trasferirmi in un posto dove è estate tutto l’anno.

Qual è il momento più emozionante che ricordi della tua carriera musicale?

Simone. Tanti concerti e tournée con il Maestro Muti e l’Orchestra Cherubini in tutto il mondo, li ricordo sempre con molto affetto.

Esdì. 2018, concerto estivo a Tortoreto Lido. Dovevo suonare prima di Rancore di fronte a un pubblico di un migliaio di persone. Ero convinto che non vedessero l’ora che andassi via, invece sono riuscito a coinvolgerli e a farli urlare per me. È stata una bella soddisfazione.

WhiteNoise28. La realizzazione dei dischi a cui hai lavorato tanto tempo. Sentirli finiti è una soddisfazione unica.

Ci racconti come hai conosciuto gli altri musicisti con cui sarai in concerto? Cosa ti piace del loro modo di suonare/fare musica e come mai avete deciso di formare il vostro gruppo?   

Simone. Ho conosciuto inizialmente Enrico Esdí, il mio collega rapper, circa quattro anni fa tramite un nostro amico in comune, Alessandro. Esdí mi ha fatto ascoltare alcune sue canzoni e il mio amore verso il rap underground romano ha fatto il resto; ho sempre voluto collaborare con artisti appartenenti a questo mondo. Successivamente, gli ho proposto questo progetto, l’unione tra i nostri linguaggi, quindi mi ha presentato Ruggero Whitenoise28, il nostro producer, e abbiamo cominciato a lavorare al disco. Stare a contatto con loro mi arricchisce ogni minuto che passa, hanno un background totalmente diverso dal mio e questa è la nostra forza.

Esdì. Simone e Ruggero hanno già risposto per me su come ci siamo conosciuti. Di Simone apprezzo molto la sua volontà di essere una “voce fuori dal coro”, di essere autentico senza la paura di infrangere gli stereotipi del genere… ecco, credo che Simone sia il musicista più coraggioso che abbia conosciuto. Anche se è molto tempo che ci conosciamo, Ruggero mi colpisce ancora per il suo talento: ha delle ottime intuizioni, sempre nuove, non si ripete quasi mai. Poi è un ragazzo davvero onesto e questo per me conta più di tutto il resto.

WhiteNoise28. Ho conosciuto Simone durante la realizzazione del suo disco, tramite Enrico mi chiese se volessi prendere parte al progetto, io dissi subito di sì. Trovo che sia un violoncellista fuori dall’ordinario: oltre ad essere un ottimo musicista, trovo che sia anche un ottimo imprenditore di se stesso e un ragazzo pieno di esperienze. Enrico l’ho conosciuto in studio (un box auto), io ero appena subentrato e sin da subito siamo andati d’accordo. Di lui ho sempre ammirato la lucidità nel fare le cose. Abbiamo lavorato a tanti progetti insieme e ogni volta ci siamo divertiti un sacco. Penso che l’idea del gruppo sia data, oltre dal fatto che ci troviamo bene insieme, anche dalla possibilità di creare qualcosa di nuovo divertendosi e sperimentando. 

C’è un brano musicale a cui sei particolarmente legato? Vuoi dirci qual è e come mai? 

Simone. Sono molti i brani che porto nel mio cuore, il mio preferito resterà per sempre Schelomo di Ernst Bloch, poema sinfonico per violoncello solista e orchestra del 1916. Il violoncellista impersonifica Re Salomone, mentre l’orchestra il popolo. Il dialogo tra queste due figure che Bloch ha creato tocca il cuore. Spero un giorno di suonarlo con un’orchestra. 

Esdì. Un brano è difficile… è più semplice dirvi un disco: Turbe Giovanili di Fabri Fibra. In quell’album è riuscito a mettere in rima i pensieri legati a un periodo specifico della mia vita, come se mi fosse entrato in testa. 

WhiteNoise28. Ne ho molti, forse uno dei più significativi per me è Easy dei SON LUX. Questo brano riesce sempre a farmi tornare a quando l’ho ascoltato la prima volta in Inghilterra.

Hai altre passioni oltre a suonare il tuo strumento (sport/lettura/viaggi/hobby vari/ecc.)?

Simone. Sono un tifoso sfegatato della Lazio, l’amore della mia vita; poi sono il presidente del Lucca, squadra della lega Fantacalcio “Fantacherubini”, un’agguerrita competizione tra quattordici amici che si sono conosciuti nell’Orchestra Cherubini di Riccardo Muti. Siamo arrivati al settimo anno consecutivo e sono tutt’oggi il presidente più titolato (anche se non vinco da un po’ ormai… vi farebbero notare loro!). Poi amo la montagna e, da qualche mese, sto cercando di diventare un abile pescatore grazie ai miei colleghi e amici dei Solisti Aquilani, ben più esperti e più pazienti di me. 

Esdì. Mi piace studiare la filosofia.

WhiteNoise28. Amo giocare a calcio, ho questa passione da quando sono piccolo e almeno una partita a settimana cerco di farla. È la cosa che mi fa stare più bene in assoluto. 

Ascolti altri tipi di musica oltre a quella che suoni? Se sì, quali? 

Simone. Ascolto e seguo prevalentemente musica rap da quando sono bambino. Mi piace ascoltare gli artisti che giocano con le parole e la metrica.   

Esdì. Classica, jazz, elettronica. Ascolto un po’ di tutto, tranne il rock… non mi ha mai catturato. 

WhiteNoise28. Ascolto tutto, dalla classica alla techno a 200 BPM.

C’è un disco – di qualsiasi genere – che consiglieresti a tutti di ascoltare? 

Simone. Il mio disco preferito è Noi, loro, gli altri del rapper Marracash, un concept album pazzesco.

Esdì. Random Access Memories dei Daft Punk.

WhiteNoise28. Take of your pants and jacket dei BLINK 182 È stato il primo disco che ho ascoltato assiduamente.

Qual è il libro che leggerai quest’estate?

Simone. Ahimè, ammetto di non essere un grande lettore, ma vado forte con i podcast! Tutte le sere prima di addormentarmi ascolto le puntate del podcast del Prof. Alessandro Barbero, oppure i grandi processi penali su Radio Capitale.

Esdì. Etica per giorni difficili di Vito Mancuso.

WhiteNoise28. Sto leggendo Il signore degli anelli – La compagnia dell’anello di Tolkien.