MUSICA&… | BATTAGLIE E FOLLIE

DOMENICA 17 NOVEMBRE 2024, ore 19
TEATRO NICCOLINI

L’ASTRÉE – Gruppo barocco
SANDRO CAPPELLETTO, LAURA TORELLI voci recitanti
FRANCESCO D’ORAZIO, PAOLA NERVI violini
DANIELE BOVO violoncello
PIETRO PROSSER tiorba e chitarra barocca
GIORGIO TABACCO clavicembalo

FALCONIERO: Batalla de Barabasso y Satanas; Folias echa para mi Senora Dona Tarolilla de Caralleno
BERIO: Dai “Duetti per due violini”: Peppino; Alfredo
CORELLI: Sonata in re minore op. 5 n. 12, “La Follia”, per violino e basso continuo
BERIO: Dai “Duetti per due violini”: Annie; Aldo
UCCELLINI: La Vittoria Trionfante, Sonata per violino e basso continuo
VIVALDI: Sonata a tre in sol maggiore, RV 71, per due violini e basso continuo; Sonata a tre in si bemolle maggiore, RV 77, per due violini e basso continuo; Sonata a tre in re minore, “La Follia”, RV 63, per due violini e basso continuo

Per la nostra intervista esclusiva a Giorgio Tabacco cliccare qui.

Battaglie e Follie

Un viaggio in un tempo senza tempo, in cui musiche del sei-settecento si scambiano intenzioni, si cedono il passo vicendevolmente, si fondono in un gioco a tratti semplice e ingenuo, a tratti spericolato e acrobatico, inseguendosi e rubandosi la scena con momenti di incontro, di scontro e di contrasto. In questo viaggio le battaglie e le follie sono muse ispiratrici, ci parlano di tragiche attualità e al tempo stesso ci ricordano le battaglie sostenute da uomini di cultura e di scienza contro le rigidità e i pregiudizi del loro tempo.
Sandro Cappelletto ha ideato un testo illuminante, che ispirandosi in particolare alla drammatica vicenda di Galileo, fa da collante all’esecuzione dei vari brani musicali in programma.

Era follia, ma abbiamo osato guardare

Agosto 1609. Assieme al Doge e ad alcuni Senatori della Repubblica di Venezia, Galileo Galilei sale fino alla vetta del Campanile di San Marco. Arrivato lassù, sistema un tubo lungo circa un metro che ha battezzato perspicillum – noi lo chiamiamo cannocchiale – e invita tutti a guardare dentro: come appaiono grandi le persone che camminano cento metri più sotto, in Piazza. Poi, cambia bersaglio. Ecco le case colorate di Murano, ecco la riva del Lido, mai apparse così vicine.
Grazie al cannocchiale Galileo vedrà particolari sempre sfuggiti all’occhio umano: le irregolarità del suolo lunare, le stelle innumerevoli della Via Lattea, i quattro satelliti di Giove. Che azzardo: fidando su una propria intuizione e sui relativi calcoli, lui e altri scienziati intendono misurare il mondo, tutto: la nostra Terra e l’Universo che la contiene. Come ha scritto Alexandre Koyré nel suo libro più celebre, Dal mondo del pressappoco all’universo della precisione, “è attraverso lo strumento di misura che l’idea dell’esattezza prende possesso di questo mondo e che il mondo della precisione arriva a sostituirsi al mondo del pressappoco”.
Quante battaglie dovrà affrontare Galilei, quante abiure e condanne, a causa della rivoluzione che ha compiuto. Dire basta al “pressappoco”, scompaginare convinzioni secolari, ricollocare il nostro pianeta nell’ordine universale.  Una sfida che appare una follia. Follia è parola chiave per comprendere il secolo che stava allora nascendo. È follia l’idea del barocco di muovere i volumi delle architetture, è follia la volontà di Caravaggio di rappresentare con tale crudezza corpi, sguardi, abiti, la fisicità di uomini e donne. È troppo audace la pretesa di Cartesio di mettere al centro il pensiero dell’uomo, di un singolo uomo. Cogito, ergo sum. Io, penso. E se l’uomo pensa liberamente, quali sono i confini che non deve valicare?  Probabilmente non ce ne sono.
Sandro Cappelletto

Foto © Piero Crivelli