[concerto streaming] ANDREA LUCCHESINI, pianoforte – GIUSEPPE CEDERNA, voce recitante

Registrazione del concerto del 22 gennaio 2018 al Teatro della Pergola
Archivio sonoro degli Amici della Musica di Firenze

Programma
Leopardi & Schubert
(1798-1837) (1797-1828)

Improvviso op. 90 n. 3 in sol bemolle maggiore (1827)
Variazione su un Valzer di Diabelli, D. 718

A Silvia (1828)

Dall’Improvviso op. 142 n. 3 in si bemolle maggiore: Tema (1827)

Le Ricordanze (1829)

Improvviso op. 142 n. 2 in la bemolle maggiore (1827)

Il passero solitario (1820-1835)

Dall’Improvviso op. 90 n. 4 in la bemolle maggiore (1827)

L’infinito 

Dall’Improvviso op. 90 n. 4 in la bemolle maggiore (1827)

La sera del dì di festa (1819-21)

Klavierstück n. 2 in mi bemolle maggiore D 946 (1828)

La quiete dopo la tempesta (1829)

Dalla Sonata in la minore D 537, “Allegretto quasi Andantino”

Il sabato del villaggio (1829)

Momento musicale op. 94 n. 2 in la bemolle maggiore (1823-28)

Alla luna (1819)

Dall’Improvviso op. 90 n. 1 in do maggiore (1827)

Canto notturno di un pastore errante dell’Asia (1829-30)

Dall’Improvviso op. 90 n. 1 in do maggiore (1827)
Momento musicale op. 94 n. 3 (1823)

(durata: 80’ circa)

Note di sala del concerto del 22 gennaio 2018
(dall’archivio storico degli Amici della Musica di Firenze)

Quale luogo è più adatto ad ascoltare i Canti di Giacomo Leopardi di una sala da concerto? E cosa, se non la musica, esprime ciò che non può essere detto, ma su cui è impossibile tacere (Victor Hugo)? La risposta a queste domande ci ha portato a comporre una serata di musica e poesia.
La musica di Leopardi e la poesia di Schubert parlano la stessa lingua: nel desiderio d’amore insoddisfatto, nella disperazione del dolore, nel senso della morte incombente, ma anche nella consapevolezza del proprio valore, della grandezza dell’uomo che nonostante tutto lavora, creando fino all’ultimo giorno capolavori dell’arte che arrivano freschi e intatti a noi, oggi.
I tratti dell’estetica romantica si compongono insieme, mentre ascoltiamo i più celebri Canti di Leopardi e gli immortali pezzi pianistici schubertiani scelti tra i Momenti musicali, gli Improvvisi, i Klavierstücke…
Musica e parola si riverberano l’una sull’altra, e se il compositore scriveva in un diario: “Le mie creazioni sono il frutto della mia conoscenza della musica e del dolore” (1824), nessun manifesto poetico può essere più leopardiano della musica di Schubert.

Andrea Lucchesini

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Franz Schubert come Giacomo Leopardi: non si sono mai incontrati, Schubert non ha mai letto un verso di Leopardi, Leopardi non ha mai ascoltato la musica di Schubert. Ma erano fratelli: nessuna fiducia sulle magnifiche sorti e progressive che attendono l’umanità e che Leopardi deride nella Ginestra; nessuna illusione sulla attitudine della natura verso di noi: le siamo, noi uomini, completamente indifferenti. E la condizione prima dell’uomo, è la solitudine.

Schubert durante la sua vita non ha avuto molto successo. Ha scritto 17 opere liriche , ma nessuna è stata eseguita. Nove sinfonie, ma non ha fatto in tempo ad ascoltarne nessuna. Viveva in una simultanea condizione di libertà e privazione. Era libero di seguire il proprio estro creativo ed era privo di ogni possibilità reale che le sue opere più ardite venissero eseguite in pubblico.

Schubert il difficile, il complicato, l’oscuro: questo dicevano di lui. La sua musica è sospesa, ti smarrisce, ti inquieta, non si sa bene che strada prenda. Stava aprendo nuovi orizzonti e, spesso, i nuovi orizzonti spaventano. Una condizione che può portare un artista alla depressione, allo sfinimento. Ma la sua forza creativa, per nostra fortuna, è stata più grande.

Sandro Cappelletto

Per la nostra intervista esclusiva a Giuseppe Cederna e Andrea Lucchesini, cliccare qui.

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Dal pubblico

Ho appena finito l’ascolto del concerto di Lucchesini con voce recitante di oggi. Davvero molto suggestivo. Ci tengo a ringraziarvi di questa opportunità in questo tempo di dolorosa assenza dal teatro. È una consolazione molto gradita.
Antonella Bartoloni Saint Omer

Grazie per il programma che sto ascoltando. Schubert e Leopardi sono simili per periodo anagrafico, per sentimenti e valori artistici. Le cadenze leopardiane sono musicali e la musica di Schubert è lirica poetica. La poesia di Leopardi entra in noi come la musica di Schubert. Mentre ascolto l’alternanza di poesie e Improvvisi/Momenti mi sembra di seguire un poema sinfonico senza intervalli.
Antonio M.